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Rivotril è un farmaco utilizzato per trattare diverse forme di epilessia, sia nel bambino che nell’adulto. Come tutti i medicinali, presenta numerosi effetti collaterali, sia a breve che a lungo termine. Inoltre, facendo parte della famiglia delle benzodiazepine, possiede un elevato potenziale di sviluppo di dipendenza fisica e psicologica. In questo articolo, vedremo nel dettaglio cos’è Rivotril, quali sono gli effetti avversi, le controindicazioni, le interazioni farmacologiche e molto altro.
Rivotril è un farmaco antiepilettico, con principio attivo clonazepam, e appartiene alla classe delle benzodiazepine. Inoltre, possiede anche proprietà ansiolitiche, sedative e miorilassanti. Tuttavia, la sua azione sedativa è di entità nettamente inferiore se paragonato ad altre benzodiazepine.
Il Rivotril viene impiegato per trattare varie forme di epilessia nei neonati e nei bambini, come:
Inoltre, Rivotril può essere somministrato anche agli adulti per trattare l’epilessia e le crisi focali (ossia un tipo di crisi epilettiche che originano da una zona specifica del cervello e che possono presentare sintomi diversi, a seconda dell’area cerebrale coinvolta).
Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi necessariamente esaustive.
Il meccanismo d’azione del Rivotril è dovuto al suo principio attivo, il clonazepam. Questa sostanza agisce a livello cerebrale, legandosi ai recettori GABA (acido gamma-aminobutirrico), potenziandone il naturale effetto inibitore. Aumentando l’effetto calmante del GABA, il Rivotril aiuta a ridurre l’attività elettrica anomala del cervello, impedendo la comparsa di nuove crisi epilettiche.
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Esistono delle condizioni in cui l’assunzione di Rivotril è controindicata. In particolare:
Inoltre, Rivotril va usato con cautela nei seguenti casi:
Ad ogni modo, prima di iniziare ad assumere Rivotril, è indispensabile informare il medico delle proprie condizioni di salute, il quale provvederà a prescrivere ulteriori esami, se lo riterrà necessario.
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Prima di assumere Rivotril, il paziente deve essere informato su tutti i possibili effetti collaterali. Oltre a ciò, deve sapere che:
Inoltre, per tutta la durata del trattamento, il paziente dovrebbe sottoporsi a regolari controlli medici circa la funzionalità epatica ed effettuare analisi del sangue periodiche.
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Gli effetti collaterali di Rivotril sono molteplici e interessano vari distretti dell’organismo. Tuttavia, non tutte le persone che assumono il farmaco manifestano effetti avversi oppure possono presentarsi con diversa intensità. Tra questi, vi sono:
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Gli effetti collaterali a lungo termine di Rivotril sono legati principalmente ad un’assunzione prolungata del farmaco. In particolare, possono manifestarsi sia sintomi fisici che cognitivi:
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Come tutte le benzodiazepine, Rivotril ha un elevato potenziale di causare dipendenza. Tale rischio si presenta con maggiore frequenza in pazienti che hanno una storia di abuso di sostanze stupefacenti, alcol o farmaci. Infatti, i soggetti con un passato di tossicodipendenza devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante la terapia con Rivotril, per via della loro predisposizione allo sviluppo della dipendenza.
Come per le altre benzodiazepine, anche il Rivotril può causare tolleranza. Ciò significa che dopo un certo periodo di assunzione, gli effetti terapeutici del farmaco tendono a svanire, portando il soggetto ad aumentarne il dosaggio. Tale fenomeno porta inevitabilmente allo sviluppo di dipendenza fisica e psicologica.
La dipendenza da Rivotril si può manifestare anche a dosi terapeutiche e, in genere, si presenta in caso di trattamenti prolungati o a seguito di un uso improprio del farmaco. Inoltre, per evitare la comparsa di sintomi da sospensione o di crisi epilettiche, è indispensabile sospendere il farmaco gradualmente, come prescritto dal medico curante. Infatti, se il paziente interrompe bruscamente e improvvisamente l’assunzione di Rivotril può accusare spiacevoli sintomi di astinenza, come:
Nei casi più gravi, possono manifestarsi anche i seguenti sintomi di astinenza:
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Il clonazepam (il principio attivo del Rivotril) viene espulso molto lentamente dall’organismo. Per tale motivo, possono verificarsi casi di sovradosaggio quando il paziente assume una dose superiore a quella indicata dal medico. Il rischio di sovradosaggio viene aumentato anche dall’assunzione concomitante di altre sostanze, come l’alcol o gli oppioidi, che ne aumentano l’effetto inibitore.
Tra i sintomi che indicano un sovradosaggio di Rivotril, vi sono:
In caso si identifichino uno o più di questi sintomi, è indispensabile rivolgersi immediatamente al medico o recarsi al pronto soccorso più vicino. In genere, il sovradosaggio di clonazepam non è mortale e raramente porta al coma. Tuttavia, se il Rivotril viene assunto insieme ad altri depressori del sistema nervoso centrale, come l’alcol o gli oppioidi, un sovradosaggio può condurre a un esito fatale, a causa di depressione cardiorespiratoria.
Una volta arrivato in ospedale, al paziente vengono somministrate le cure necessarie per contrastare il sovradosaggio. Per esempio, può essere eseguita una lavanda gastrica o induzione del vomito, un trattamento con carbone attivo per ridurre l’assorbimento del farmaco o una somministrazione di flumazenil (un farmaco antagonista delle benzodiazepine, che permette di contrastarne gli effetti). Inoltre, il soggetto viene monitorato per tutto il tempo necessario, fino alla completa riabilitazione.
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Il Rivotril può interferire con l’azione di altri farmaci e sostanze, dando origine a due possibili scenari. Da un lato, tale combinazione può potenziare l’effetto calmante e sedativo del clonazepam, causando conseguenze anche gravi. Dall’altro, può ridurre l’effetto terapeutico del medicinale, aumentando il rischio di comparsa di crisi epilettiche.
Il Rivotril non deve essere assunto in concomitanza con altri deprimenti del sistema nervoso centrale (SNC), come l’alcol o gli oppioidi. Tale combinazione, infatti, può portare a sedazione profonda e depressione cardiorespiratoria, con conseguente coma e morte. Inoltre, prima di iniziare una terapia con clonazepam, è indispensabile informare il medico di tutti i medicinali che si stanno prendendo, compresi i farmaci da banco, e di altri prodotti parafarmaceutici, come integratori alimentari, prodotti omeopatici, fitoterapici, erboristici e quant’altro.
È necessario informare il medico se si sta assumendo:
A seconda dei farmaci che si stanno assumendo, il medico provvederà a formulare un dosaggio sicuro o a cambiare terapia.
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Prima di assumere qualsiasi farmaco antiepilettico, compreso il Rivotril, o altre categorie di medicinali, è indispensabile informare il medico se si è in gestazione, allattamento o se si sta pianificando una gravidanza. Infatti, assumere un antiepilettico in gravidanza può causare malformazioni nel feto, come labbro leporino, difetti del tubo neurale e malformazioni cardiovascolari.
Rivotril non deve essere assunto durante il primo trimestre di gravidanza. Mentre durante il resto della gestazione, può essere assunto solo se strettamente necessario e sempre sotto diretta sorveglianza medica. Inoltre, dato che il medicinale viene escreto nel latte materno, è necessario interrompere l’allattamento al seno.
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No, il Rivotril non viene utilizzato nel trattamento della depressione. Tuttavia, un paziente depresso che soffre di epilessia può assumere Rivotril, purché sia sempre sotto stretta sorveglianza medica. Infatti, alcuni studi hanno evidenziato un aumento dell’ideazione e del comportamento suicidario. Pertanto, è indispensabile che il paziente informi immediatamente il medico qualora tale evenienza dovesse verificarsi. Anche i familiari, se notano segnali di questo tipo, devono rivolgersi immediatamente al medico, che saprà indicare la terapia di supporto più adeguata.
Rivotril è disponibile in compresse da 0,5 mg o da 2 mg oppure in soluzione (gocce orali) da 2,5 mg/ml. Il dosaggio deve essere prescritto dal medico curante in base alle specificità del paziente e all’età. In genere, il dosaggio viene incrementato gradualmente fino a raggiungere la dose di mantenimento, in modo da evitare spiacevoli effetti collaterali.
In linea generale, in base all’età, la posologia raccomandata è la seguente:
Neonati e bambini fino a 10 anni (o fino a 30kg di peso): dose iniziale di 0,01-0,03 mg/kg al giorno da suddividere in 2-3 somministrazioni. Dose di mantenimento 0,1 mg/kg. La dose massima giornaliera da non superare per i bambini è di 0,2 mg/kg.
Bambini e adolescenti da 10 a 16 anni: dose iniziale di 1-1,5 mg al giorno da suddividere in 2-3 somministrazioni. Dose di mantenimento: tra i 3 e i 6 mg al giorno.
Adulti: dose iniziale di massimo 1,5 mg al giorno da suddividere in 3 somministrazioni. La dose di mantenimento è di 3-6 mg al giorno, mentre quella massima da non superare è di 20 mg.
Il dosaggio sopra riportato non sostituisce il parere medico. Per un corretto utilizzo, bisogna sempre fare affidamento alle raccomandazioni del proprio medico curante.
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