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Il pensiero divergente permette di superare il modo di pensare tradizionale e di adottare prospettive non convenzionali, per giungere a soluzioni originali ed innovative. Attraverso un approccio creativo e non lineare, consente di generare alternative valide a problemi complessi. Il pensiero divergente ha una serie di benefici, tra cui l’apertura mentale, l’originalità, lo sviluppo dello spirito critico, la sfida delle supposizioni e quant’altro. In questo articolo, scopriremo le caratteristiche del pensiero divergente, come allenarlo, nonché la differenza con quello convergente.
Il pensiero divergente è una modalità di pensiero che consente di trovare più alternative valide e possibili a una questione, in quanto esplora nuove possibilità e direzioni (multidirezionale), per produrre idee innovative. È un modo di pensare originale e non convenzionale ed è strettamente correlato alla creatività. Esso ci permette di trovare molteplici soluzioni rispetto a quella univoca, che otterremmo utilizzando il pensiero di tipo convergente. A differenza di ciò che spesso si crede, il pensiero divergente è innato. Non è appannaggio solo delle persone creative, intelligenti o dei cosiddetti geni. Basti pensare ai bambini: a questa età, il pensiero divergente è spontaneo e molto sviluppato.
Pensiero divergente e convergente sono due modalità di pensiero diverse, ma allo stesso tempo complementari, che portano alla risoluzione di problemi. Vediamole nel dettaglio:
Come detto inizialmente, queste due tipologie di pensiero sono complementari. Non ce n’è una migliore e un’altra peggiore. Entrambe ci servono, a seconda della situazione in cui ci troviamo. Da un lato, il pensiero convergente ci aiuta a risolvere un problema applicando una strategia conosciuta, a seguito dell’analisi logica, razionale e consequenziale degli eventi. Dall’altro, il pensiero divergente ci permette di uscire dagli schemi, sfidare le convenzioni, trovare nuove soluzioni, formulare nuove idee e adottare prospettive diverse, per giungere a conclusioni originali e innovative.
Utilizziamo questi tipi di pensiero anche nella quotidianità, persino per le attività più banali, come preparare la cena. Per esempio, quando ci accingiamo a preparare un piatto, potremmo seguire rigorosamente la ricetta (pensiero convergente). Ma, se ci accorgessimo di non avere tutti gli ingredienti indicati, allora il pensiero divergente arriverebbe in nostro aiuto e ci spingerebbe a trovare una nuova soluzione. Per esempio, possiamo utilizzare un ingrediente al posto di un altro e scoprire che il piatto rivisitato è comunque delizioso, anche se non si è seguito la ricetta originale.
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Nel 1967, lo psicologo statunitense Joy Paul Guilford elaborò il concetto di pensiero divergente e individuò le seguenti caratteristiche:
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Il pensiero divergente non è una modalità di pensiero che solo alcune persone hanno. Ci sono individui che hanno una spiccata creatività e riescono a formulare idee innovative molto più facilmente e altri che, invece, fanno più fatica. Queste ultime possono allenare la propria mente a pensare “fuori dagli schemi”, grazie agli esercizi che vedremo in seguito.
Nonostante ciò, è bene sottolineare che il pensiero divergente è insito in ognuno di noi. Tuttavia, il sistema scolastico ha da sempre puntato sullo sviluppo del pensiero convergente. Con ciò, non stiamo dicendo che una tipologia di pensiero è migliore dell’altra, ma che sono complementari e che entrambe vanno valorizzate. Vediamo quali sono i processi psicologici del pensiero divergente:
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Un esempio noto di pensiero divergente è quello del campo da tiro al piattello adiacente al campo da golf. Quando i tiratori colpivano il piattello, pezzi del piattello finivano inevitabilmente nel campo da golf, impedendo alla falciatrice di tagliare il prato. Il pensiero divergente ha portato a una soluzione innovativa: creare dei piattelli fatti di ghiaccio, in modo che i pezzi potessero sciogliersi al sole senza creare problemi sul campo da golf. Questa tipologia di pensiero, come già detto, permette di trovare soluzioni innovative a problemi percepiti come complessi e che non possono essere risolti attraverso il pensiero convenzionale. Tali soluzioni richiedono di uscire dallo schema di pensiero che utilizziamo di solito (quello convergente, che ammette una sola soluzione ad un dato problema).
Basti pensare a qualsiasi invenzione o innovazione nella storia, che ha richiesto che il suo creatore la creasse grazie all’utilizzo del pensiero divergente. Prendiamo, ad esempio, l’invenzione dell’automobile o della lampadina. All’epoca, quando si viaggiava in carrozza, era impensabile poter creare un mezzo che andasse da solo, senza l’ausilio dei cavalli. Allo stesso modo, era impensabile generare luce se non con l’utilizzo di una candela o oggetti simili. Invece, questi innovatori sono riusciti ad uscire dallo schema di pensiero convenzionale, per poter sviluppare idee che hanno segnato svolte storiche.
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Esistono diversi test volti alla valutazione del pensiero divergente. In genere, questi richiedono al soggetto di formulare quante più idee possibili rispetto a uno stimolo specifico, che sia di carattere verbale o grafico. Alcuni tipi di test includono:
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Il pensiero divergente non è una facoltà che appartiene solo ai geni o alle persone considerate “creative”. In realtà, è una caratteristica che tutti noi abbiamo fin dalla nascita. Tuttavia, il pensiero divergente viene poco praticato in favore di quello convergente. Nonostante ciò, esistono delle strategie per allenare la nostra mente a pensare in modo non convenzionale (“Thinking out of the box”, ossia pensare fuori dagli schemi). Per esempio:
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Esistono diverse tecniche che aiutano a potenziare il pensiero divergente e la creatività. Esse, per esempio, permettono di trovare soluzioni inusuali e non convenzionali a problemi di varia natura. Tra queste, è possibile menzionare:
Questa tecnica ci permette di uscire dagli schemi di pensiero abitudinari e lasciare che la mente vaghi libera, senza alcun tipo di vincolo. Questo metodo viene impiegato, per esempio, per migliorare il design o l’utilizzo degli oggetti, ma anche per trovare soluzioni innovative a problematiche irrisolte.
Ciascuna di esse prevede una fase divergente, in cui si dà libero sfogo alla creazione di idee, e una convergente, in cui si valutano e si selezionano le idee emerse durante la prima fase, per poi strutturare delle soluzioni innovative.
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