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Nonostante non esista ancora una cura vera e propria per la fibromialgia, la condizione può essere trattata seguendo diversi approcci, al fine di gestire al meglio la sintomatologia e i disturbi derivanti, nonché migliorare la qualità di vita del soggetto. La medicina convenzionale offre diversi trattamenti, come le terapie farmacologiche, quelle fisiche e la psicoterapia. Tuttavia, da un punto di vista olistico, esistono altri trattamenti efficaci, che aiutano a ridurre il dolore cronico e a migliorare le funzionalità muscolo-scheletriche, come l’agopuntura, lo Yoga e il Tai Chi, i massaggi professionali e quant’altro. Continua a leggere per sapere come si cura la fibromialgia.
La fibromialgia, anche conosciuta come sindrome fibromialgica, è una malattia sistemica cronica molto complessa. Il sistema nervoso centrale, infatti, presenta delle anomalie, nonostante nervi e cervello non siano colpiti da danni evidenti. In particolare, la patologia riguarda una disfunzione dei neurotrasmettitori del dolore, che portano il soggetto che soffre di fibromialgia a sperimentare un intenso dolore anche in assenza dello stimolo doloroso o in presenza di uno stimolo lieve.
Le cause della fibromialgia non sono ancora del tutto note, ma gli esperti credono che l’insorgenza della malattia sia dovuta alla combinazione di più fattori (biologici, genetici, psicologici, presenza di traumi ripetuti, altre malattie reumatiche e quant’altro). La patologia colpisce l’apparato muscolo-scheletrico e il tessuto connettivo, causando una vasta quantità di sintomi diversi (fisici, cognitivi e neurologici). Tra questi, è possibile menzionarne alcuni, quali: dolore diffuso, stanchezza cronica, disturbi del sonno, difficoltà a concentrarsi, deficit di memoria, rigidità mattutina, dolore alla palpazione, mal di testa, vertigini, nebbia cognitiva, depressione e stati d’ansia, formicolio e quant’altro.
Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi necessariamente esaustive.
Vista la complessità della patologia, diagnosticare la fibromialgia non è affatto semplice. Infatti, secondo alcune stime, può richiedere fino a 5 anni. In genere, viene effettuata una diagnosi per esclusione, basandosi su un approccio multidisciplinare che coinvolge numerosi specialisti. In particolare, l’equipe medica analizza:
Vista la diversità delle aree coinvolte, è indispensabile la collaborazione di più specialisti, come reumatologi, neurologi, terapisti del dolore, psicologi e quant’altro. In sede di anamnesi, il paziente viene ascoltato circa la propria sintomatologia. Questa prima fase del processo diagnostico è utile al medico per ottenere informazioni importanti e individuare una prima associazione tra i sintomi e gli eventi fisici o emotivi che possono aver scatenato la patologia (traumi, stress, problemi familiari, stati emotivi alterati e quant’altro).
Segue, poi, l’esame obiettivo, in cui il paziente viene sottoposto alla palpazione dei cosiddetti “tender points”, ossia punti sensibili non casuali, ma situati in specifiche parti del corpo. In un soggetto sano, tale esame non dà riscontro positivo (o almeno non in tutti i punti). In un paziente potenzialmente affetto da fibromialgia, anche la minima pressione può causare un dolore acuto. Inoltre, in tali punti, possono essere presenti segni di contrattura o alterazioni dell’anatomia del muscolo. Invece, per quanto riguarda l’esame neurologico, il paziente con fibromialgia non presenta danni evidenti.
Infine, il medico effettua delle prove di laboratorio al fine di escludere altre condizioni che presentano sintomi simili alla fibromialgia. Si ricorda che, attualmente, non esistono test di laboratorio che indichino con estrema certezza la presenza della malattia. Alcune delle patologie che condividono i medesimi (anche se non tutti) sintomi della fibromialgia includono:
Solitamente, i test di laboratorio vengono effettuati per escludere altre patologie reumatiche, come il lupus eritematoso sistemico o l’artrite reumatoide. Tuttavia, in alcuni casi, le malattie reumatiche e la fibromialgia possono essere compresenti, cosa che rende ancora più difficile effettuare la corretta diagnosi.
Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.
Secondo l’American College of Rheumatology (ACR) erano due i criteri per la diagnosi della fibromialgia, quali:
Tuttavia, questi criteri furono formulati nel 1990, non tenendo in considerazione altri fattori importanti, come il fatto che i sintomi dolorosi sono molto variabili nel tempo o che non sempre i pazienti manifestano dolore diffuso in tutto il corpo, generando così diagnosi errate.
Oggi, invece, si effettua una valutazione più esaustiva del paziente, secondo altri criteri diagnostici, quali:
Disclaimer: gli elenchi proposti non sono necessariamente esaustivi.
La terapia per la fibromialgia è volta alla gestione dei sintomi del paziente, in particolare alla riduzione del dolore cronico. La medicina convenzionale si avvale di terapie farmacologiche e non farmacologiche.
Le classi di farmaci per il trattamento della fibromialgia includono:
Tra le terapie non farmacologiche per il trattamento della fibromialgia, ricordiamo:
Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.
Oltre ai trattamenti convenzionali, esistono delle terapie alternative molto efficaci per contrastare e gestire i sintomi della fibromialgia. Tra queste, vi sono:
Disclaimer: l’elenco proposto potrebbe non essere esaustivo.
Oltre alle diverse terapie consigliate dal medico, per gestire al meglio i sintomi della fibromialgia, è necessario attuare comportamenti che, nella vita di tutti i giorni, non vadano a peggiorare la condizione. Quindi, è bene:
Inoltre, nel caso in cui fibromialgia e sindrome dell’intestino irritabile fossero compresenti, è bene chiedere consiglio al proprio medico per una dieta che non aggravi nessuna delle due condizioni.
Disclaimer: l’elenco fornito non è da considerarsi esaustivo e non intende in alcun modo sostituirsi al parere medico.
Come si può evincere da quanto appena menzionato, sono numerosi i trattamenti che si possono attuare in caso di fibromialgia. I pazienti, spesso, si sottopongono a numerosi esami, si fanno visitare da una moltitudine di specialisti e visitano tantissime cliniche prima di trovare la terapia più idonea al proprio caso. Un’ottima soluzione potrebbe essere quella di rivolgersi ad un centro di riabilitazione, in cui un’equipe di esperti altamente preparata collabora per trovare il percorso più adatto al singolo paziente, come The Balance Luxury Rehab.
In Italia, l’iter per l’inserimento della fibromialgia nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) è, purtroppo, ancora in corso. Nonostante uno studio coordinato dalla SIR (Società Italiana di Reumatologia), condotto su pazienti italiani e pubblicato sulla rivista internazionale Rheumatology, dimostri l’impatto fortemente invalidante della patologia, non è ancora stata riconosciuta dal SSN (Servizio Sanitario Nazionale) come rara invalidante. Tuttavia, può essere considerata tale dalle singole ASL territoriali, motivo per cui se ci si rivolgesse a questi enti, dopo aver ottenuto la diagnosi medica, sarebbe possibile fare domanda di invalidità. A seguito di apposite valutazioni e visita del paziente stesso, verrà poi rilasciata dalla commissione medica.
Si tratta di una sindrome dolorosa, cronica e invalidante, che necessita di numerose cure a lungo termine, ma non si tratta di una patologia mortale. Nonostante ciò, però, i sintomi possono compromettere sensibilmente la qualità di vita del soggetto, specialmente se la corretta diagnosi tarda ad arrivare.
The Balance RehabClinic è un fornitore leader di dipendenze di lusso e trattamenti per la salute mentale per individui benestanti e le loro famiglie, offrendo una miscela di scienza innovativa e metodi olistici con un'assistenza personalizzata senza pari.
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