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Il disturbo borderline di personalità è una patologia psichiatrica molto complessa, caratterizzata da instabilità dell’immagine di sé, del tono dell’umore, del comportamento e delle relazioni sociali. I soggetti maggiormente colpiti sono i giovani, specialmente di sesso femminile. Tale condizione può essere causata da diversi fattori, come aver passato l’infanzia in un ambiente invalidante, dove non vi è stata una idonea espressione delle emozioni, dei pensieri e delle sensazioni del soggetto. Di conseguenza, l’individuo presenterà difficoltà a comprendere, esprimere e regolare il proprio stato emotivo.

Disturbo istrionico della personalità

Anche la sintomatologia può essere estremamente variegata. Un sintomo comune a tutti i soggetti affetti dalla sindrome borderline è l’instabilità nella gestione delle emozioni, dell’identità, dei comportamenti e delle relazioni sociali. Dal disturbo borderline si guarisce con la corretta terapia, che coadiuva il supporto psicologico e la somministrazione di farmaci. Infatti, tale condizione può associarsi ad altri disturbi mentali, quali ansia, depressione e sintomi psicotici, che richiedono l’assunzione di antipsicotici stabilizzatori dell’umore e antidepressivi.

Il disturbo borderline di personalità è un grave disturbo mentale che comporta forte instabilità su vari fronti, come l’umore, il comportamento, l’immagine di sé e il funzionamento. Sebbene le cause di tale condizione siano tuttora incerte, si pensa possa essere scatenata da un’infanzia difficile, un contesto familiare autoritario, un evento traumatico, predisposizione genetica e diversi fattori sociali o ambientali. Il soggetto che soffre della sindrome borderline ha grande difficoltà nell’esprimere le proprie preferenze, assumendo un ruolo diverso in base al contesto. Inoltre, cambia umore in maniera repentina e molto di frequente. Spesso, risulta rabbioso, aggressivo ed impulsivo. Il paziente, quindi, non riesce a regolare la propria impulsività, il proprio comportamento e le proprie esperienze affettive ed emotive.

È possibile distinguere:

  • Soggetti borderline a basso funzionamento: mostrano la sintomatologia classica e comportamenti autodistruttivi;
  • Soggetti borderline ad alto funzionamento: i sintomi possono non essere presenti, ma tali individui manifestano comportamenti distruttivi verso gli altri, come critiche verbali, offese o violenza.

Un’ulteriore distinzione riguarda la tipologia di disturbo:

  • Border psicotico: caratterizzato da ambivalenza relazionale, comportamento inappropriato, alterazione della realtà o del senso di identità, frammentazione delle realtà, sentimenti negativi e rabbia esplicita;
  • Border nucleare o psicopatico: caratterizzato da comportamento impulsivo, depressione, instabilità relazionale, rabbia e impulsività esplicita;
  • Adattivo o dipendente: caratterizzato da dipendenza affettiva e tendenza ad imitare l’identità degli altri;
  • Nevrotico: caratterizzato dalla costante presenza di ansia, con depressione e sentimenti di vuoto.

Le cause che scatenano la sindrome borderline non sono del tutto chiare, ma gli esperti pensano che possa trattarsi di una combinazione di più fattori. Tra questi, è possibile menzionare:

  • Fattori genetici: il soggetto è maggiormente predisposto al disturbo se vi ha familiarità, ossia se un suo parente stretto ne è affetto.
  • Fattori ambientali e sociali: alcuni individui che soffrono di disturbo borderline di personalità hanno vissuto episodi di abbandono o di abuso durante l’infanzia. Altri, invece, sono stati esposti a conflitti o relazioni instabili. Tuttavia, va notato che alcuni non presentano nessuna storia di trauma, mentre altri che hanno vissuto episodi traumatici non sviluppano la sindrome borderline.
  • Fattori neurologici: nei soggetti borderline, alcune aree del cervello subiscono delle alterazioni, sia nella struttura che nel funzionamento. In particolare, quelle zone addette al controllo delle pulsioni e alla regolazione delle emozioni. Tuttavia, anche i soggetti non affetti dal disturbo borderline di personalità possono mostrare le stesse alterazioni. Per questo motivo, sono necessari ulteriori studi in proposito.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

I sintomi del disturbo borderline di personalità possono essere molteplici e sono raggruppabili nelle seguenti categorie:

  • Instabilità emotiva;
  • Schemi di pensiero o percezione disturbati;
  • Comportamento impulsivo;
  • Reazioni intense e instabili quando il soggetto si approccia ad altri individui.

La sintomatologia può variare da lieve, a moderata, a grave, a seconda del paziente. Inoltre, tale disturbo può comparire durante l’adolescenza e acuirsi in età adulta.

Si ricorda che i sintomi possono essere improvvisamente innescati da eventi ordinari, come il distacco dalle persone care per motivi di vacanza o di lavoro, un cambio di programma inaspettato e quant’altro. Inoltre, il soggetto borderline può fraintendere le espressioni facciali degli altri. Per esempio, può reputare che una persona sia arrabbiata (quando invece non lo è) e reagire aggressivamente.

I sintomi principali del disturbo borderline di personalità possono includere:

  • Paura dell’abbandono;
  • Comportamenti impulsivi e, talvolta, pericolosi come spese folli, rapporti sessuali non protetti, abuso di sostanze stupefacenti, guida spericolata e bulimia;
  • Aggressività;
  • Incapacità nel riconoscere ed esprimere il proprio stato emotivo (alessitimia);
  • Perdita di piacere o interesse nello svolgimento di attività che prima gratificavano il soggetto (anedonia);
  • Angoscia;
  • Delirio;
  • Depressione;
  • Disforia, ossia un disturbo dell’umore caratterizzato da tristezza, inquietudine, frustrazione, pessimismo, tensione e irritabilità;
  • Bisogno di vagare da un posto all’altro (dromomania);
  • Evitamento;
  • Isolamento sociale;
  • Nervosismo;
  • Sforzo eccessivo di evitare abbandoni reali o immaginari;
  • Relazioni intense e instabili con familiari, amici e conoscenti, caratterizzate da oscillazioni tra chiusura e amori estremi (idealizzazione) e denigrazione e rabbia totali (svalutazione);
  • Senso di sé distorto e instabile;
  • Autolesionismo o atti e tentativi di suicidio;
  • Tono dell’umore estremamente variabile;
  • Senso di vuoto cronico;
  • Rabbia ingiustificata o difficoltà a gestirla;
  • Pensieri paranoici a seguito di forti stress;
  • Sintomi dissociativi gravi, come sentirsi separati da sé, osservatori esterni del proprio corpo (depersonalizzazione) o fuori dalla realtà (derealizzazione).

Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive, in quanto sono stati presentati solo i sintomi principali associati a tale disturbo. Inoltre, si ricorda che la sintomatologia può variare di intensità da individuo a individuo.

Riconoscere un borderline non è un’impresa facile, in quanto il disturbo solitamente si associa ad altre patologie mentali, come l’ansia, la depressione o il bipolarismo, o ad altre condizioni, quali i disturbi alimentari o l’abuso di sostanze stupefacenti.

Il soggetto affetto da sindrome borderline potrebbe:

  • Essere estremamente sensibile;
  • Avere reazioni intense ed esagerate a seguito di eventi banali;
  • Perdere la capacità di pensare in modo lucido quando è arrabbiato;
  • Essere incapace di calmarsi;
  • Manifestare la propria rabbia con parole offensive o comportamenti inappropriati.

Detto ciò, è fondamentale aiutare una persona borderline adottando dei semplici, ma essenziali accorgimenti, quali:

  • Sostenerlo e offrirgli comprensione, incoraggiamento, nonché avere pazienza;
  • Essere a conoscenza di ciò che la malattia comporta;
  • Indirizzare il soggetto verso un medico, uno specialista o un terapeuta, nel caso in cui non fosse già in cura;
  • Non ignorare i segni di autolesionismo o tentativi suicidi e parlarne con il terapista;
  • Chiedere al medico come poter aiutare il proprio caro.

Una persona che soffre del disturbo borderline di personalità può manifestare diversi comportamenti e può provare emozioni contrastanti. In particolare:

  • La percezione di sé oscilla tra opposte o parziali identità;
  • Può manifestare frequenti sbalzi di umore, spesso tendenti alla rabbia e all’ira;
  • Può presentarsi oscillazione tra idealizzazione e svalutazione, entusiasmo e delusione;
  • Il soggetto teme l’abbandono reale o immaginario;
  • Può perdere il contatto con la realtà;
  • Nelle relazioni interpersonali, il paziente può passare dalla supervalutazione dell’altro al completo disprezzo dello stesso;
  • Può attuare comportamenti impulsivi e gesti autolesionisti;
  • Può sperimentazione senso di vuoto e assenza di scopo;
  • Tende all’isolamento e all’evitamento;
  • In situazioni di forte stress, manifesta paranoia e sintomi dissociativi gravi, ma temporanei;
  • Spesso, il paziente non si rende conto della propria condizione;
  • Il soggetto borderline si sente solo e invisibile, cerca qualcuno che lo possa amare, ma al contempo pensa di non meritare questo amore.

Il disturbo borderline di personalità può avere serie ripercussioni sulla vita quotidiana del paziente, in quanto rischia di compromettere il funzionamento affettivo, il controllo degli impulsi e, di conseguenza, la sfera professionale, relazionale e familiare dell’individuo. Tra le principali conseguenze della condizione, è possibile ricordare:

  • Difficoltà a mantenere gli impegni e gli obiettivi;
  • Rapporti interpersonali difficili;
  • Complicazioni emotive, come rabbia, ansia e paura;
  • Complicazioni psicologiche con conseguente scarsa motivazione, ridotta perseveranza e tolleranza, instabilità del senso di sé, attacchi di panico, abuso di sostanze, senso di inadeguatezza, attacchi di panico, vergogna, pensieri e comportamenti autolesivi;
  • Complicazioni fisiologiche come tremore, calore intenso, tensione muscolare, tachicardia o bocca dello stomaco chiusa;
  • Ripercussioni sociali, come isolamento, emarginazione o allontanamento dal luogo di lavoro.

Sì, il disturbo borderline è curabile. Il trattamento di elezione è la psicoterapia, affiancata dalla terapia farmacologica se necessaria. Esistono diversi percorsi terapeutici che aiutano il paziente nella gestione dei sintomi e della condizione, quali:

  • Terapia dialettico-comportamentale: lo psicoterapeuta utilizza la dialettica e le opposizioni di opinioni tra medico e paziente per indurre un cambiamento comportamentale nel soggetto. Tale terapia aiuta ad accrescere le abilità individuali e sociali dell’individuo, a gestire le proprie emozioni e quelle altrui, a sostituire i pensieri irrealistici con quelli funzionali e a mantenere la motivazione nel soggetto.
  • Terapia cognitivo-comportamentale: mira a correggere gli schemi disfunzionali che stanno alla base del disturbo e aiuta a ridurre i comportamenti impulsivi e compulsivi, a prendere maggiore consapevolezza, a migliorare le abilità sociali e a comprendere gli effetti del proprio comportamento sugli altri.
  • Schema therapy: ha l’obiettivo di rieducare il paziente, modificando gli schemi disfunzionali creati nell’infanzia e durante l’adolescenza in seguito a un’esperienza negativa o traumatica, favorendo l’attuazione di comportamenti sani e funzionali.

Oltre a questi trattamenti psicoterapeutici, l’esperto può consigliare di seguire una terapia farmacologica se necessaria. Per esempio, quando la sintomatologia è affiancata da sintomi psicotici, ansia e depressione.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

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