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L’hashish è una sostanza psicoattiva che deriva dalla pianta della Cannabis. Attualmente, tale sostanza viene impiegata ad uso ricreativo per i suoi effetti rilassanti su corpo e mente. Tuttavia, vi è un dibattito costante riguardo i suoi benefici e i rischi per la salute. Infatti, se da un lato, l’hashish è in grado di donare rilassamento, favorire il sonno o migliorare l’appetito, dall’altro è risaputo che causa problemi cardio-respiratori, cognitivi, neurologici e psicologici, senza contare l’elevato rischio di sviluppare tolleranza e dipendenza. Continua a leggere l’articolo per saperne di più sull’hashish: che cos’è, quali sono i suoi effetti a breve e a lungo termine, come si diventa dipendenti, quali sono i sintomi di astinenza, nonché come riuscire a smettere di fumare.

L’hashish, conosciuto anche come “fumo”, è un derivato della Cannabis. Viene estratto mediante la raccolta e la lavorazione della resina della pianta (femmina), generalmente attraverso la pressatura o l’essiccazione. Tale sostanza, dall’effetto psicotropo, si può trovare sotto forma di blocchi o altre forme compatte. In genere, l’hashish viene fumato insieme al tabacco, ma può essere assunto anche con altre modalità.  Il principale principio attivo dell’hashish è il tetraidrocannabinolo (o THC), sostanza responsabile degli effetti psicoattivi della droga.

Gli effetti dell’hashish possono essere molteplici e possono essere sperimentati diversamente da soggetto a soggetto, in funzione della quantità e della frequenza di utilizzo. È possibile distinguere effetti a breve e a lungo termine:

  • Effetti a breve termine:
    • Aumento dell’appetito;
    • Sensazione di rilassamento;
    • Aumento della frequenza cardiaca;
    • Riduzione dello stress;
    • Aumento della pressione arteriosa;
    • Coordinazione compromessa;
    • Sensazione di sonnolenza e analgesia moderata;
    • Occhi lucidi e arrossati;
    • Diminuzione della pressione intraoculare;
    • Secchezza delle fauci;
    • Alleviamento del dolore;
    • Diminuzione del funzionamento intellettivo;
    • Distorsione della percezione sensoriale della realtà;
    • Aumento dell’ilarità;
    • Loquacità;
    • Diminuzione della capacità di pensare normalmente o lucidamente;
    • Compromissione della memoria, dell’attenzione e della concentrazione.
  • Effetti a lungo termine:
    • Aumento del rischio di problemi di salute mentale, come la depressione, l’ansia o gli attacchi di panico;
    • Compromissione della funzionalità cerebrale;
    • Aumento del rischio di problemi cardiovascolari;
    • Indebolimento del sistema immunitario;
    • Nausea frequente;
    • Tolleranza e dipendenza.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

Come già evidenziato precedentemente, l’hashish agisce direttamente sul cervello e, quindi, sul sistema nervoso. In particolare, quando viene fumata, questa sostanza si deposita nelle zone adipose dell’organismo, motivo per cui può essere rintracciata anche a distanza di diverso tempo dall’assunzione. Una volta assunto, il THC e altri cannabinoidi presenti nella Cannabis, come il CBD, raggiungono rapidamente l’encefalo, dove si legano a dei recettori endogeni specifici, ossia il CB1 e il CB2. I recettori CB1 sono concentrati principalmente nel sistema nervoso centrale, mentre i CB2 sono presenti perlopiù nelle cellule del sistema immunitario. Alcune aree del cervello ricche di recettori dei cannabinoidi sono l’ippocampo, il cervelletto e i gangli della base. Questo può spiegare il fatto per cui fumare hashish o altri derivati della Cannabis può comportare la comparsa di effetti negativi, come difficoltà nella formazione dei ricordi o nella coordinazione e regolazione dei movimenti.

A tal proposito, possiamo menzionare alcuni effetti psicologici, cognitivi e neurologici dell’hashish e della Cannabis in generale, quali:

  • Lentezza nell’apprendimento e nella formazione della memoria a breve termine (invece, la memoria a lungo termine non sembra essere influenzata dall’assunzione della sostanza);
  • Ridotta stabilità della postura o fermezza dei riflessi;
  • Difficoltà a svolgere compiti che richiedono particolare attenzione;
  • Maggiore apprezzamento del cibo, del senso del gusto, delle attività ricreative e della musica;
  • Aumento della consapevolezza di sé;
  • Riduzione dello stress e aumento della felicità e dell’euforia;
  • Attacchi di risa;
  • Distorsione della percezione spazio-temporale, specialmente nei consumatori occasionali o a dosi elevate.

In determinati casi, il consumo di hashish e di derivati dalla Cannabis può favorire l’amplificazione di sensazioni come l’ansia, la paranoia e il panico. Questi effetti, infatti, possono dipendere dalle condizioni psicologiche e dalla sensibilità del soggetto, nonché dal tipo di sostanza che si sta assumendo. In genere, questi stati sono dovuti all’azione del THC che, entrando in contatto con determinati recettori, può causare l’incapacità del soggetto di rispondere correttamente agli stimoli, provocando così crisi d’ansia, paranoia o paura.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.

Sì, l’hashish e i prodotti derivati dalla Cannabis possono creare dipendenza. Tuttavia, sembra che si tratti più di una dipendenza psicologica che fisica. Infatti, il suo sviluppo è legato all’influenza della sostanza sul cervello e sul sistema nervoso. Come abbiamo già menzionato, il principio attivo dell’hashish, il THC, interagisce con i recettori cannabinoidi e può provocare cambiamenti nella chimica cerebrale, modificando la percezione sensoriale. Al tempo stesso, il tetraidrocannabinolo può influenzare i sistemi di ricompensa del cervello, aumentando la produzione di neurotrasmettitori legati al piacere e al benessere. Questo rinforza il desiderio di continuare a fumare hashish, portando così alla dipendenza.

Il rischio di sviluppare una dipendenza da hashish è maggiore in soggetti che consumano la sostanza frequentemente e regolarmente. L’organismo, col passare del tempo, tende a diventare tollerante. Ciò significa che gli effetti della sostanza diminuiscono e che l’individuo è spinto a consumarne dosi sempre maggiori nel tentativo di replicare gli stessi effetti che aveva all’inizio. È bene ricordare che la dipendenza da hashish può comportare numerosi effetti negativi sulla salute della persona, compresi problemi cognitivi, ridotta capacità di concentrazione, perdita di memoria a breve termine e disturbi psicologici, come l’ansia e la depressione.

Alcuni dati emersi dagli studi in materia sostengono che:

  • La dipendenza da hashish e cannabis in generale sia minore rispetto a quella causata dalla nicotina;
  • Fumare hashish o marijuana potrebbe aiutare il soggetto ad uscire da altre dipendenze più forti, come quella da alcol o da eroina;
  • Non sembra esserci alcun nesso tra il passaggio dal consumo di hashish o cannabis ad altre sostanze stupefacenti. Ciò significa che, contrariamente a quanto si pensi, l’hashish non è una “droga di passaggio” che porta al consumo di altre droghe pesanti. Tale passaggio può essere determinato solo dalle inclinazioni personali e dalle situazioni sociali in cui il soggetto è inserito. Inoltre, secondo alcuni studi, consumare hashish in adolescenza può alterare la struttura di piacere e ricompensa, arrecando danni al corretto sviluppo del cervello e causando la compromissione di diversi parametri cognitivi e neuropsicologici che non sembra sia possibile recuperare da adulti.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

La sindrome di astinenza da hashish può verificarsi quando il soggetto interrompe o riduce bruscamente il consumo della sostanza, a seguito di un uso prolungato e frequente. L’organismo e il cervello si sono adattati alla presenza regolare del THC e, nel momento in cui questo viene a mancare, l’astinenza può essere la risposta del corpo a tale sospensione. L’astinenza da hashish può manifestarsi con diversi sintomi, che solitamente insorgono entro uno o due giorni dall’interruzione dell’assunzione. La sintomatologia può variare in intensità e durata da persona a persona, ma generalmente include:

  • Insonnia e difficoltà a dormire;
  • Irritabilità;
  • Cambiamenti di umore;
  • Ansia e agitazione;
  • Perdita dell’appetito;
  • Cambiamenti comportamentali;
  • Crampi addominali;
  • Mal di testa;
  • Desiderio di consumare la sostanza;
  • Numerosi tentativi di reperirsi la droga;
  • Sudorazione;
  • Tremori.

I sintomi di astinenza da hashish o cannabis, solitamente, non sono considerati molto pericolosi, se paragonati a quelli di altre sostanze, come l’alcol o gli oppiacei, per esempio. Tuttavia, possono comunque creare disagio e difficoltà nell’adattarsi alla vita quotidiana per un breve periodo dopo aver interrotto il consumo regolare di hashish. Infatti, la gravità dei sintomi di astinenza può dipendere da diversi fattori, come la frequenza, la quantità e la durata dell’assunzione.

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Come abbiamo visto nel corso dell’articolo, i danni dell’hashish o di altri prodotti derivati dalla Cannabis sono imputabili agli effetti psicotropi del THC che, legandosi a determinati neurotrasmettitori, è in grado di alterare alcune funzionalità dell’organismo. Il dibattito danni-benefici di questo tipo di sostanza è ancora molto acceso e di grande attualità. Tuttavia, alcuni studi hanno confermato gli innegabili benefici della cannabis. Non a caso, infatti, negli ultimi anni ha preso sempre più piede la cannabis terapeutica come trattamento complementare per curare o alleviare i sintomi di diverse patologie.

Per esempio, è stato dimostrato che la cannabis è più efficace e meno pericolosa dei farmaci a base di oppiacei per trattare il dolore cronico, specialmente in soggetti che soffrono di malattie come la sclerosi multipla. Tale sostanza viene anche utilizzata per trattare nausea e vomito nei pazienti tumorali sottoposti a chemioterapia. Attualmente, sono in corso degli studi per validare i benefici della cannabis nel trattamento di alcune patologie neuronali, come la sindrome di Tourette, e altre malattie psicologiche, come il disturbo d’ansia. Inoltre, il consumo di tale sostanza ha dimostrato di aumentare l’appetito.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.

Smettere di fumare hashish o marijuana può essere difficile, ma non impossibile. Alcuni individui non riescono ad interrompere questo circolo vizioso da soli. In questi casi, è indispensabile rivolgersi ad un professionista.

I benefici legati allo smettere di fumare cannabis sono molteplici e riguardano soprattutto l’apparato cardio-respiratorio e la memoria. Nel giro di poco tempo, è possibile notare un miglioramento della memoria a breve termine e delle sue funzionalità, nonché un ripristino dei livelli di dopamina che tornano in condizioni normali.

Per liberarsi dalla dipendenza da hashish, si possono adottare due metodi. Uno graduale, che prevede di fissare la data in cui smettere, riducendo il consumo poco a poco, per arrivare al giorno stabilito senza più consumare la sostanza. E un altro, interrompendo l’utilizzo bruscamente, dall’oggi al domani, ma comunque servendosi dell’aiuto di un professionista.

Se volessimo considerare il secondo metodo, il soggetto dovrebbe rispettare alcuni passaggi ed essere consapevole di ciò a cui va incontro. Per esempio:

  • Liberarsi della sostanza e di tutti gli attrezzi e accessori che riguardano l’hashish, come cartine, filtri, grinder e quant’altro.
  • Comunicare a parenti e amici questa decisione, cosicché possano sostenerti durante questo percorso e prevenire eventuali situazioni di ricaduta.
  • Prepararsi all’astinenza. Sebbene meno invasivi rispetto a quelli associati ad altre sostanze, i sintomi di astinenza possono farsi sentire ed essere particolarmente fastidiosi. È possibile che il soggetto si senta più irritabile, ansioso o inappetente.
  • Creare una nuova routine che sostituisca il consumo di hashish o cannabis. Cercare un modo per ridurre le occasioni che possono facilitare l’assunzione, creando nuove esperienze, attività e spazi privi di associazioni con la sostanza.
  • Evitare luoghi e situazioni che possono far venir voglia di fumare, come locali o altro.
  • Quando la voglia irrefrenabile di assumere la sostanza insorge, è possibile ingannare il nostro cervello distraendolo. Per esempio, provando a respirare profondamente, bere un po’ d’acqua o mettere qualcosa in bocca.
  • Cercare di resistere alla tentazione e non esitare a chiedere supporto psicologico, qualora non si riesca a smettere da soli.

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