DISTURBO DELLA PERSONALITÀ
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Il disturbo della personalità è un disturbo mentale con schemi di pensiero e di comportamento disadattivi, che si manifestano in modo pervasivo, inflessibile e apparentemente permanente, coinvolgendo diverse sfere della personalità dell’individuo. I disturbi di personalità sono molteplici e ognuno di essi è caratterizzato da sintomi specifici. Per quanto riguarda le cause, si pensa possano essere dovuti a fattori genetici e ambientali. Continua a leggere per conoscere i diversi tipi di disturbi di personalità, nonché i relativi sintomi e le opzioni di trattamento.
I disturbi di personalità sono condizioni di salute mentale caratterizzate da un modo pervasivo e persistente di pensiero, percezione, reazione e relazione che causano disagio significativo o compromissione funzionale. Questi disturbi insorgono nel momento in cui determinati tratti di personalità diventano talmente pronunciati, rigidi e disadattivi da compromettere il funzionamento lavorativo e interpersonale del soggetto.
I disturbi della personalità descritti dal DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) sono 10 e si distinguono nei seguenti gruppi:
- Cluster A: è caratterizzato da comportamenti strani o paranoici e dalla tendenza del soggetto all’isolamento e alla diffidenza.
- Disturbo paranoide di personalità: il malato presenta tendenza alla paranoia, alla diffidenza, alla sospettosità e manie di persecuzione. Tale disturbo non è da confondersi con la schizofrenia paranoide o con il disturbo delirante;
- Disturbo schizotipico di personalità: il soggetto ha comportamenti eccentrici, credenze bizzarre, esperienze sensoriali insolite, ma senza che abbia allucinazioni vere e proprie. Non è da confondere con la schizofrenia;
- Disturbo schizoide di personalità: il soggetto mostra isolamento volontario e nessun interesse nella socialità. Non è da confondere con la sindrome di Asperger.
- Cluster B: è caratterizzato da comportamenti emotivi o drammatici, nonché da scarsa empatia e poco altruismo. Il soggetto, infatti, risulta egocentrico, narcisista e focalizzato eccessivamente su sé stesso.
- Disturbo antisociale di personalità: il soggetto mostra mancanza di empatia, di rimorso e di rispetto delle regole sociali. Inoltre, tende a manipolare gli altri per proprio ritorno personale;
- Disturbo borderline di personalità: il soggetto presenta instabilità di pensiero e atteggiamenti, cambiamenti d’umore improvvisi, scoppi d’ira ingiustificati, nonché impulsività e pensiero incoerente. Da non confondere con il disturbo bipolare, la ciclotimia o il disturbo schizoaffettivo;
- Disturbo narcisistico di personalità: il soggetto mostra egocentrismo (grandiosità di sé), necessità di adulazione, scarsa empatia, autostima eccessiva (nel tipo overt) o bassa autostima (nel tipo covert), relazioni sociali superficiali e senza coinvolgimento, intolleranza alle critiche e, talvolta, paranoia;
- Disturbo istrionico di personalità: il soggetto, in questo caso, ha il bisogno ossessivo di essere sempre al centro dell’attenzione, spesso ricercata attraverso un’intensa emotività. Inoltre, manifesta gesti teatrali e seducenti, nonché è alla costante ricerca di impressionabilità e di novità.
- Cluster C: è caratterizzato da comportamenti ansiosi o paurosi e da una bassa autostima del soggetto.
- Disturbo evitante di personalità: il soggetto ha timore degli altri fino alla paranoia, evita le situazioni sociali, ma ne soffre. Ha una bassa autostima, ma un’alta consapevolezza di sé. Non è da confondersi con la fobia sociale;
- Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità: il soggetto mostra perfezionismo eccessivo e bisogno di controllo, nonché rigidità e ostinazione. Non è da confondersi con il disturbo ossessivo-compulsivo d’ansia;
- Disturbo dipendente di personalità: il soggetto presenta forte insicurezza e bisogno di essere indispensabile, approvato e accudito, ma delega le responsabilità.
Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.
I sintomi dei disturbi della personalità possono variare da individuo a individuo e possono differire a seconda del tipo specifico di disturbo. In linea generale, la sintomatologia comune riguarda:
- Identità e senso di sé: le persone che soffrono di disturbi di personalità, spesso, non hanno un’immagine molto chiara di sé, che appunto può cambiare a seconda del contesto e delle persone con cui si trovano. In genere, la loro autostima può risultare irrealisticamente alta o bassa.
- Relazioni: a causa delle convinzioni e dei comportamenti problematici, i soggetti con disturbi di personalità hanno difficoltà a stringere relazioni strette con gli altri. Infatti, possono mancare di empatia o rispetto per le altre persone, essere emotivamente distaccati o eccessivamente bisognosi di cure e attenzioni.
- Poca consapevolezza di sé: le persone che soffrono di disturbi della personalità, spesso, non sono consapevoli della propria condizione, né del fatto che i propri pensieri e comportamenti siano in realtà problematici.
Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.
Sintomi dei disturbi di personalità: Cluster A
- Disturbo paranoide di personalità:
- Credere che gli altri faranno loro del male, si approfitteranno di loro o li umilieranno in qualche modo;
- Impegnarsi a proteggersi e a mantenere la distanza dagli altri;
- Attaccare preventivamente quando si sentono minacciati;
- Tendenza a portare rancore, essere litigiosi e mostrare gelosia patologica;
- Modalità di pensiero evidentemente distorta, che si manifesta nell’interpretare negativamente i comportamenti e i commenti altrui, soffermandosi su offese passate;
- Non riuscire a fidarsi degli altri e incapacità a stringere rapporti stretti;
- Vita emotiva dominata dalla sfiducia e dall’ostilità.
- Disturbo schizotipico di personalità:
- Difficoltà a instaurare rapporti stretti, al di fuori di quelli familiari;
- Interpretazione errata degli eventi;
- Pensiero bizzarro, eccentrico o inusuale;
- Abbigliamento bizzarro, trasandato o con abbinamenti strani;
- Credere di avere poteri speciali, come la telepatia;
- Percezioni insolite, come avvertire la presenza di una persona assente;
- Persistente ed eccessiva ansia sociale;
- Stile singolare del discorso;
- Presenza di pensieri sospetti o paranoidi e di costanti dubbi sulla fedeltà e lealtà degli altri;
- Maggiore interesse per le attività solitarie;
- Emozioni appiattite e risposte emotive limitate o inadeguate.
- Disturbo schizoide di personalità:
- Tendenza a preferire attività solitarie, che comportano poca interazione con gli altri;
- Scarso o assente desiderio sessuale;
- Indifferenza a critiche e lodi;
- Sensazione di non provare alcun piacere per la vita o nello svolgimento di qualsiasi attività;
- Incapacità a cogliere i segnali sociali, apparendo agli altri come socialmente inetto e superficiale;
- Incapacità a esprimere emozione positive e negative, reagendo in modo inappropriato a scambi sociali, apparendo così noioso o disattento;
- Demotivazione e assenza di obiettivi;
- Vivere i rapporti sociali come invadenti e del tutto inutili, motivo per cui il contatto umano è quasi sempre evitato.
Disclaimer: le informazioni fornite non sono necessariamente esaustive.
Sintomi dei disturbi di personalità: Cluster B
- Disturbo antisociale di personalità:
- Disprezzo per gli altri;
- Sfruttare le altre persone per il proprio tornaconto personale;
- Non provare alcun rimorso per le loro azioni;
- Diffidenza nei confronti altrui;
- Mancanza di empatia verso gli altri e indifferenza verso le emozioni, i diritti o le sofferenze altrui;
- Comportamento impulsivo;
- Difficoltà a pianificare in anticipo e a considerare le conseguenze per sé stessi e per gli altri;
- Problemi di controllo degli impulsi;
- Possibilità di essere fisicamente aggressivi;
- Alta opinione di sé, essere presuntuosi, sicuri di sé o arroganti;
- Al fine di ottenere ciò che vogliono, possono essere molto persuasivi e convincenti;
- Irresponsabilità, dal punto di vista finanziario e sociale.
- Disturbo borderline di personalità:
- Comportamento instabile, impulsivo e rischio, come avere rapporti sessuali non protetti;
- Esplosioni di rabbia e litigi violenti;
- Relazioni instabili e intense;
- Immagine di sé e degli altri instabile, che oscilla tra i poli di idealizzazione e svalutazione;
- Marcati cambiamenti dell’umore;
- Emozioni contrastanti e difficili da gestire;
- Intensa paura di essere soli o abbandonati;
- Sentimenti di vuoto e mancanza di scopi;
- Minacce e comportamento suicidario e autolesionistico;
- Difficoltà a riflettere sul proprio stato emotivo, sul proprio vissuto o sulle relazioni in modo coerente e lineare;
- Sintomi dissociativi, come sentirsi distaccati dalle proprie emozioni o dal proprio corpo.
- Disturbo narcisistico di personalità:
- Idee grandiose di sé;
- Credere di meritare un trattamento speciale o di essere unici;
- Fantasie di successo illimitato, potere, fascino, bellezza o amore ideale;
- Ritenere di non essere sufficientemente apprezzati e riconosciuti per il proprio valore;
- Senso di vuoto e apatia nonostante i successi;
- Richiesta eccessiva di ammirazione per le proprie qualità speciali;
- Tendenza a sfruttare gli altri per i propri scopi;
- Mancanza di empatia e incapacità a riconoscere i sentimenti e i bisogni altrui;
- Sentimento di disprezzo, vergogna o invidia;
- Atteggiamenti arroganti e presuntuosi.
- Disturbo istrionico di personalità:
- Provare disagio quando non si è al centro dell’attenzione;
- Interazione con gli altri caratterizzata da comportamenti inappropriati, come comportamenti provocanti o seduttivi;
- Emotività esageratamente inappropriata, mutevole e superficiale;
- Uso dell’aspetto fisico per attirare l’attenzione su di sé;
- Eloquio di tipo impressionistico e privo di dettagli;
- Alta suggestionabilità ed essere facilmente influenzabili dagli altri e dalle circostanze;
- Tendenza a considerare le relazioni più intime di quanto non lo siano in realtà;
- Preoccupazione per l’apparenza;
- Comportamenti manipolativi;
- Ipersensibilità alla critica.
Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.
Sintomi dei disturbi di personalità: Cluster C
- Disturbo evitante di personalità:
- Evitare di farsi coinvolgere in attività che comportino un significativo contatto interpersonale, per paura di essere criticati, disapprovati o rifiutati;
- Indisponibilità a interagire con gli altri, a meno che non si è certi di piacere;
- Mostrarsi frenati nelle relazioni sociali a causa della vergogna e della paura di essere ridicolizzati;
- Inibizione nelle nuove situazioni sociali, a causa del sentimento di inadeguatezza;
- Tendenza a valutarsi inadeguati socialmente, inetti, poco attraenti e inferiori agli altri;
- Riluttanza ad assumersi rischi personali o a impegnarsi in nuove attività, perché potrebbe rivelarsi imbarazzante.
- Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità:
- Ansia;
- Difficoltà a esprimere stati d’animo ed emozioni;
- Preoccupazione eccessiva per i dettagli, le regole, le liste, l’ordine e quant’altro;
- Difficoltà a individuare le priorità con conseguente perdita dell’obiettivo principale;
- Eccessivo perfezionismo che interferisce con il completamento dei compiti;
- Senso di colpa;
- Critica eccessiva e insoddisfazione per sé stessi e i propri risultati;
- Eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività a discapito delle attività di svago o delle amicizie;
- Difficoltà a empatizzare;
- Coscienziosità, scrupolosità, rigidità morale, etica o valoriale;
- Difficoltà a scartare oggetti usurati o senza valore, anche quando non hanno alcun valore sentimentale;
- Riluttanza a delegare compiti o a lavorare con altre persone, a meno che non si sottomettano o assecondino il proprio modo di fare;
- Avarizia;
- Rigidità, testardaggine, tendenza al controllo e passività.
- Disturbo dipendente di personalità:
- Difficoltà a prendere decisioni senza il ricorso a suggerimenti, rassicurazione e consigli da parte degli altri;
- Richiesta agli altri di assumersi responsabilità che dovrebbero spettare a loro;
- Paura di essere in disaccordo con gli altri e rischiare la disapprovazione;
- Difficoltà a iniziare progetti senza il supporto degli altri;
- Eccessivo bisogno di protezione e supporto da parte degli altri;
- Sentirsi vulnerabili e indifesi quando si è soli;
- Cercare disperatamente una relazione non appena ne è terminata una;
- Preoccupazione irrealistica di essere lasciati soli e di non essere in grado di prendersi cura di sé stessi.
Disclaimer: l’elenco proposto non è da considerarsi esaustivo.
Le cause dei disturbi di personalità non sono ancora del tutto chiare. Tuttavia, gli esperti pensano che si tratti di una combinazione di più fattori. In particolare:
- Predisposizione genetica: alcuni tratti genetici possono contribuire all’insorgenza dei disturbi di personalità;
- Modificazioni cerebrali: determinate alterazioni a livello del cervello possono essere responsabili della comparsa di tali condizioni. Per esempio, un funzionamento alterato dell’amigdala sembra essere coinvolto nell’insorgenza del disturbo paranoide di personalità o una diminuzione volumetrica del lobo frontale nella comparsa del disturbo psicotico di personalità;
- Traumi infantili: possono contribuire all’insorgenza di determinati disturbi della personalità. Tali traumi possono riguardare eventi negativi vissuti durante l’infanzia, violenza sessuale o domestica, abusi su minori e quant’altro;
- Abuso verbale: alcuni studi hanno individuato una maggiore incidenza di disturbi di personalità borderline, narcisistici, ossessivo-compulsivi e paranoici in adulti che avevano subito abuso verbale in età infantile;
- Fattori culturali e ambientali: determinati elementi presenti nella cultura e nell’ambiente di crescita del bambino possono contribuire all’insorgenza dei disturbi di personalità.
Disclaimer: le informazioni fornite non sono necessariamente esaustive.
Le opzioni di trattamento per i disturbi di personalità sono molteplici. Tra queste, vi sono:
- Terapia cognitivo-comportamentale: è volta all’identificazione dei pensieri distorti e dei comportamenti disfunzionali tipici del disturbo. La terapia si basa sulla modifica di tali pensieri e comportamenti in altri più sani e funzionali, mediante l’apprendimento di nuove modalità di risposta, l’esposizione graduale alle situazioni temute e il fronteggiamento attivo degli stati di disagio.
- Terapia dialettico comportamentale: è particolarmente efficace nel trattamento del disturbo borderline di personalità. Agisce sia sul fronte cognitivo, permettendo al paziente di acquisire consapevolezza del proprio disturbo e delle credenze disfunzionali che esso comporta, sia su quello comportamentale, aiutando il paziente a identificare e analizzare i comportamenti problematici, imparando a sostituirli con altri adattivi.
- Terapia psicoanalitica o psicodinamica: tale approccio esplora i “movimenti” che avvengono tra coscienza e inconscio, concentrandosi, in particolar modo, su quest’ultimo. Ha l’obiettivo di aiutare il paziente a capire come esperienze e traumi del passato possano influenzare il processo decisionale, il comportamento e le relazioni attuali. Non ha lo scopo solo di alleviare i sintomi superficiali, ma di scavare nell’interiorità e nel profondo, per comprendere la causa del malessere e disagio psicologico.
- Terapia di gruppo: la condivisione con altre persone che soffrono della medesima condizione aiuta i pazienti a non sentirsi soli o gli unici a soffrire di tale disturbo. Inoltre, è utile per aiutare il soggetto a sviluppare nuove strategie di coping.
- Psicoeducazione: è volta ad informare il paziente e la famiglia circa la natura e la gestione di un determinato disturbo psicologico. È particolarmente efficace non solo per il soggetto, ma anche per i familiari, in quanto li rende maggiormente consapevoli della condizione e delle modalità con cui aiutare e sostenere il proprio caro durante il percorso di guarigione.
La terapia farmacologica non è particolarmente indicata per trattare i disturbi della personalità. Tuttavia, in alcuni casi, lo specialista può prescrivere degli antidepressivi, degli ansiolitici o degli stabilizzatori dell’umore per alleviare la sintomatologia relativa alla condizione.
Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.
- Psychiatry.org: https://www.psychiatry.org/patients-families/personality-disorders/what-are-personality-disorders#:~:text=Personality%20disorders%20are%20long%2Dterm,of%20relating%20to%20other%20people
- Mayoclinic.org: https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/personality-disorders/symptoms-causes/syc-20354463
- Mind.org.uk: https://www.mind.org.uk/information-support/types-of-mental-health-problems/personality-disorders/types-of-personality-disorder/
- My.clevelandclinic.org: https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/9636-personality-disorders-overview
FAQs
Disturbi della personalità: quando rivolgersi al medico?
È necessario rivolgersi ad uno specialista, come lo psicologo, quando ci si accorge che qualcosa non va o quando insorgono i primi sintomi. Spesso, chi soffre di disturbi di personalità non si rende conto della propria condizione, motivo per cui la famiglia o le persone care potrebbero rivolgersi ad un medico per ottenere maggiori informazioni riguardo le proprie preoccupazioni e, così, trovare il modo migliore per indirizzare il soggetto verso uno specialista. È bene ricordare che i disturbi di personalità non si risolvono spontaneamente, ma che necessitano di un percorso psicologico apposito.
Esistono dei rimedi o strategie per gestire i disturbi di personalità?
Il modo migliore per gestire i disturbi di personalità è, indubbiamente, chiedere un aiuto professionale. Tuttavia, insieme al percorso psicologico o eventuali terapie farmacologiche prescritte dal medico, se necessarie, è possibile adottare alcuni accorgimenti per migliorare la propria condizione:
Evitare alcol e droghe, in quanto possono peggiorare i sintomi;
Fare esercizio fisico, in quanto può aiutare a gestire la sintomatologia ansiosa;
Scrivere un diario in cui appuntare le proprie emozioni e sentimenti;
Provare tecniche di rilassamento e gestione dello stress, come la meditazione, lo yoga, la respirazione profonda e quant’altro;
Mantenere il contatto con la propria famiglia e gli amici;
Evitare di isolarsi, ma rimanere socialmente attivi;
Rispettare scrupolosamente la cura prescritta dal medico.
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