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La procrastinazione è la tendenza a rimandare i compiti da svolgere a un momento futuro. Si tratta di un meccanismo di difesa, utilizzato in risposta a diversi fattori, come lo stress, l’ansia, la paura del fallimento e quant’altro. In genere, è correlato a una disregolazione emotiva e alla mancanza di autocontrollo. Le cause del procrastinare sono molteplici.

Inoltre, non è raro che la procrastinazione sia presente in concomitanza con determinati disturbi mentali, come la depressione, l’ADHD e quant’altro. In questo articolo, scopriremo da cosa origina la cattiva abitudine del procrastinare, quali sono i diversi tipi di procrastinatori, quali sono le conseguenze sulla vita del soggetto, nonché i possibili trattamenti e le strategie utili per smettere di procrastinare.

Procrastinare significa rimandare o sostituire compiti prioritari con altre attività più piacevoli o meno urgenti. La procrastinazione è un comportamento volontario, che spinge il soggetto a posticipare un’azione nonostante le possibili conseguenze negative future, preferendo attività che danno una gratificazione immediata.

Le cause della procrastinazione possono essere molteplici. Spesso, le persone tendono a posticipare i compiti per paura. Infatti, quando si è spaventati, è più facile trovare delle scuse per rimandare ciò che si dovrebbe fare. La procrastinazione causata dalla paura porta le persone a bloccarsi e ad essere incapaci di reagire. In linea generale, le principali cause del procrastinare includono:

  • Perfezionismo: le persone perfezioniste non si sentono in grado di affrontare un compito se non riescono a farlo in maniera perfetta. Se non sono sicure di farlo bene, piuttosto non lo fanno. Spesso, questi soggetti non si sentono mai abbastanza pronti o sufficientemente sicuri delle proprie capacità o competenze, cosa che li spinge a rimandare le attività.
  • Paura dell’insuccesso: la paura di fallire è ciò che, spesso, spinge le persone a ritardare l’inizio di un compito. Tale timore, infatti, può risultare talmente forte da bloccare qualsiasi tipo di iniziativa. Queste persone sono convinte che, svolgendo una determinata attività, otterranno un qualche tipo di insuccesso e, per questo, non ci provano neanche.
  • Paura del successo: questa è l’altra faccia della medaglia. Spesso, questi individui sentono di non meritarsi il successo e vivono una sorta di senso di colpa. Possono avere paura delle aspettative elevate delle altre persone o delle conseguenze che il successo porterebbe nella loro vita. In tal senso, la procrastinazione è una vera e propria forma di autosabotaggio.
  • Ansia e stress: spesso, procrastinare rappresenta una strategia per gestire lo stress o l’ansia. Tuttavia, in questo modo si instaura un circolo vizioso. Infatti, evitando lo stress, è possibile liberarsi delle sensazioni spiacevoli che ne derivano. Tuttavia, questo causa senso di colpa e vergogna per aver rimandato un certo compito, cosa che, a sua volta, genera tensione, ansia, insoddisfazione e paura.
  • Senso di gratificazione immediata: quando si procrastina si tende a rimandare un compito importante per dedicarsi a qualcos’altro di meno impegnativo e più piacevole. Per esempio, passare del tempo sui social media o guardare la propria serie TV preferita è più allettante che lavorare su un determinato progetto. Questo comportamento, così, diventa prioritario, in quanto il cervello registra un senso di gratificazione nel breve periodo, cosa che invece non accadrebbe se si tratta di lavorare su un determinato progetto che darà i suoi frutti nel lungo periodo.

Altre possibili cause della procrastinazione includono:

  • Disinteresse per il compito da svolgere;
  • Scarsa motivazione;
  • Difficoltà nello stabilire le priorità;
  • Scarsa fiducia nelle proprie capacità;
  • Bassa autostima e insicurezza;
  • Paura delle responsabilità;
  • Resistenza al cambiamento;
  • Pigrizia;
  • Impulsività.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

Oltre quanto detto fino ad ora, è necessario approfondire ulteriormente la questione. Il procrastinare è, infatti, sintomo di un limitato autocontrollo da parte dell’individuo, che lo porta a non rispettare le scadenze prestabilite. Tuttavia, a livello inconscio, la procrastinazione costituisce un meccanismo di autodifesa. Perché, quando si prova ansia o disagio nell’iniziare un’attività, rimandarla aiuta ad ottenere un sollievo immediato, all’apparenza. Tuttavia, si tratta di un rimedio efficace solo nel breve termine, perché nel lungo periodo il carico di lavoro aumenta e, con esso, anche lo stress e il sentirsi sopraffatti. Possiamo intendere la procrastinazione, quindi, come una forma di evitamento per far fronte a sentimenti spiacevoli, ma questo atteggiamento rappresenta un’incapacità ad autoregolarsi emotivamente.

Come avrai facilmente compreso, la procrastinazione è un fenomeno abbastanza complesso, che si origina nel profondo della psiche di un individuo. Per tale motivo, per smettere definitivamente di perpetrare questa malsana abitudine, è indispensabile comprenderne la reale causa con l’aiuto di un esperto. Solo in questo modo sarà possibile mettere in atto delle strategie efficaci e durature.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.

Esistono diversi tipi di procrastinatori. Ognuno di essi ha caratteristiche e peculiarità differenti. Questi comprendono:

  • Procrastinatore insicuro: questa tipologia di procrastinatore tende a rimandare le attività perché ha paura del giudizio altrui, di fallire o di avere successo. Non vuole compromettere la propria immagine agli occhi degli altri e ha difficoltà ad agire in situazioni che apportano dei cambiamenti.
  • Procrastinatore perfezionista: questo tipo di procrastinatore non conosce mezze misure. Infatti, o fa tutto alla perfezione oppure non fa niente. Il perfezionista tende a focalizzarsi sui minimi dettagli, cosa che lo spinge ad abbandonare i progetti o le attività a causa delle troppe cose da fare per raggiungere la tanto agognata perfezione. È vittima delle aspettative degli altri e si sente in dovere di farsi carico di tutti i problemi, trascurando i propri.
  • Procrastinatore sognatore: questa tipologia di procrastinatore ha un’attitudine estremamente positiva. Infatti, si lancia in mille progetti, ma poi si perde strada facendo, non portando a conclusione nulla di concreto. Spesso, acquista corsi, libri e quant’altro, ma quando si tratta di mettere in pratica ciò che ha appreso, incontra diverse resistenze e lascia perdere.
  • Procrastinatore pigro: questo tipo di procrastinatore non ha voglia di far niente e tende a far tutto all’ultimo minuto. È molto resistente al cambiamento, motivo per cui fa di tutto per restare nella sua zona di comfort. Non riesce ad organizzare un piano concreto per portare a termine gli obiettivi richiesti e rimanda i compiti fino a data da destinarsi.
  • Procrastinatore disorganizzato: questa tipologia di procrastinatore lamenta il fatto di non avere mai tempo, in quanto le ore del giorno sembrano non bastare mai. Vive delle giornate estremamente caotiche e, nonostante sia sempre impegnato, non riesce mai a concludere ciò che vorrebbe. Questo è dovuto al fatto che pianifica tutto nel dettaglio, ma questa pianificazione non è mai effettivamente realistica e fattibile.

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La procrastinazione non è una condizione di salute mentale, ma può essere associata a diversi disturbi psichici. Gli esperti hanno individuato un nesso tra procrastinazione e depressione, ansia, bassa autostima, disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), disturbo ossessivo compulsivo e quant’altro. Vediamone alcuni più nel dettaglio:

  • Depressione e procrastinazione: diverse caratteristiche della depressione contribuiscono alla tendenza a rimandare i compiti. Tra queste, possiamo ricordare: bassi livelli di energia, scarsa autostima, pensieri negativi, insicurezza, mancanza di motivazione, indecisione e quant’altro. Tutti questi tratti possono spingere un soggetto depresso a non riuscire a svolgere un compito, cosa che lo porta a rimandarlo a un momento futuro.
  • ADHD e procrastinazione: le persone che soffrono del disturbo da deficit di attenzione possono avere difficoltà a regolare l’attenzione, organizzarsi e risultare facilmente distratte. Inoltre, anche il funzionamento esecutivo può risultare problematico (per esempio, memoria di lavoro, pensiero flessibile e autocontrollo), cosa che interferisce con l’avvio e il completamento delle attività. La procrastinazione, quindi, è un comportamento frequente nei soggetti con ADHD.
  • Ansia e procrastinazione: la tendenza a rimandare i compiti può essere associata anche ai disturbi d’ansia. Per esempio, le persone ansiose possono evitare di svolgere determinati compiti per paura di incorrere in un risultato negativo. Oppure, possono sentirsi sopraffatte, cosa che le spinge a rinunciare ad iniziare una determinata attività. Le persone ansiose, spesso, tendono anche ad essere perfezioniste. Il perfezionismo le spinge a sentirsi bloccate e a rimandare un compito finché non è curato anche nei minimi dettagli.
  • Disturbo ossessivo-compulsivo e procrastinazione: procrastinare è un sintomo molto comune in questo tipo di disturbo, in quanto strettamente collegato al perfezionismo disadattivo. Le persone con DOC, infatti, spesso hanno paura di commettere nuovi errori, hanno dubbi sul fatto che si stia svolgendo qualcosa in modo corretto, mostrano preoccupazione per le aspettative degli altri e hanno una propensione per l’indecisione. Tutti questi comportamenti portano il soggetto a rimandare le attività che dovrebbe svolgere.
  • Bassa autostima e procrastinazione: anche una bassa autostima può essere correlata alla tendenza a rimandare le cose. Infatti, i soggetti che non credono nelle proprie capacità e abilità, quindi che sono insicuri e non hanno fiducia in sé stessi, difficilmente riescono ad iniziare un’attività o a portarla a termine.

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La procrastinazione può avere un serio impatto sulla qualità di vita di una persona. Infatti, rimandare le attività può dare un senso di sollievo e di gratificazione nell’immediato, ma a lungo andare il costo da pagare è molto elevato. La procrastinazione impedisce all’individuo di raggiungere un obiettivo personale, abbassa l’autostima, riduce il senso di autoefficacia, è fonte di forte stress e non permette di vivere con serenità. Essa si ripercuote anche sul tempo a propria disposizione. Continuando a rimandare i compiti importanti e a perdersi in attività inutili, il soggetto perde tempo prezioso.

Alcune conseguenze emotive del procrastinare possono includere:

  • Noia;
  • Ansia e stress;
  • Stati depressivi;
  • Senso di inefficacia e insoddisfazione;
  • Tendenza alla ruminazione;
  • Sentimenti di inadeguatezza e insicurezza.

Non solo, questo comportamento disfunzionale può far insorgere anche problemi lavorativi o in ambito sociale, influenzando la fiducia che l’individuo nutre per sé stesso e per le proprie capacità. La procrastinazione interferisce con la produttività personale, impedisce di affrontare le sfide e di realizzare le proprie aspirazioni o desideri. Procrastinare, spesso, riguarda anche la capacità di prendere importanti decisioni relative allo studio, al lavoro o alle relazioni. Di conseguenza, è facilmente comprensibile come questa pessima abitudine possa influenzare negativamente vari ambiti e precludere al soggetto numerose opportunità per il proprio futuro.

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In un modo o in un altro, la maggior parte delle persone procrastina. Capita a tutti, prima o poi, di rimandare un compito, un’attività o una decisione. Tuttavia, la procrastinazione diventa problematica quando assume connotazioni croniche e compromette la qualità della vita dell’individuo. In tal caso, è indispensabile intervenire. Un approccio dalla comprovata efficacia è la terapia cognitivo-comportamentale, che aiuta il soggetto ad identificare gli schemi di pensiero e di comportamento disadattivi, per sostituirli con altri più sani e funzionali. Tale tecnica è particolarmente utile anche per imparare ad affrontare e a gestire l’ansia e lo stress, i quali contribuiscono ad innescare il circolo vizioso della procrastinazione.

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Se la procrastinazione è lieve, è possibile attuare alcune strategie per smettere di rimandare i compiti da svolgere ed essere più produttivi. Innanzitutto, il rimedio più efficace è agire. Anche quando non si ha voglia, è importante autodisciplinarsi e passare all’azione. Se si riesce a svolgere un’attività prestabilita, questo fungerà da rinforzo positivo, aumentando di conseguenza la motivazione e l’incoraggiamento. Inoltre, è necessario evitare di essere troppo duri con sé stessi.

Alcuni pensieri che aiutano a smettere di procrastinare includono:

  • Accettare l’idea che la procrastinazione non è un problema di gestione del tempo, ma di regolazione emotiva;
  • Accettare di essere vulnerabili alle sensazioni emotive spiacevoli;
  • Mettere da parte il perfezionismo, ma accettare di essere imperfetti e fallibili;
  • Accettare il fatto che fare un po’ di fatica per raggiungere i propri obiettivi è necessario;
  • Accettare che il momento perfetto per iniziare non esiste. Se aspetti di sentirti nello stato d’animo giusto o ispirato, sappi che non inizierai mai. Quindi, inizia subito: la motivazione verrà di conseguenza;
  • Pensare che la vita è fatta anche di difficoltà e ostacoli. Quindi, è normale incontrarli sul proprio cammino, ma non per questo devono fermarci.

Alcune azioni che aiutano a smettere di procrastinare comprendono:

  • Evitare di perdere troppo tempo nella pianificazione o nella cura dei minimi dettagli. È necessario iniziare;
  • Evitare l’autocritica in caso di fallimenti, ma praticare l’accettazione e la gentilezza verso sé stessi. Ricordati che i fallimenti sono parte del percorso di crescita;
  • Alternare momenti di concentrazione a momenti di relax;
  • Cercare di posticipare la gratificazione immediata e premiarsi quando si raggiungono i risultati, grandi o piccoli che siano;
  • Evitare le distrazioni digitali;
  • Evitare il multitasking, ma concentrarsi solo su un’attività per volta;
  • Dedicare del tempo al proprio rilassamento (sport, hobby, passeggiate nella natura, lettura di un libro, ecc.);
  • Facilitare il proprio lavoro, organizzandolo il giorno prima o preparando tutti gli strumenti necessari in anticipo;
  • Dividere la mole di lavoro in compiti più piccoli;
  • Iniziare dalle attività più impegnative e complesse.

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Esistono molti esercizi per non procrastinare. Uno in particolare è quello individuato da Ivy Lee, che consiste in:

  • A fine giornata, scrivere le sei attività più importanti da svolgere il giorno dopo;
  • Metterle in ordine di priorità;
  • All’indomani, concentrarsi sul primo compito e non passare al secondo, finché non si è concluso il primo;
  • Continuare così per il resto della lista. A fine giornata, spostare tutte le attività non completate in un nuovo elenco di sei compiti per il giorno successivo;
  • Ripetere il processo ogni giorno lavorativo.

Un altro esercizio efficace è quello di dividere un’attività in compiti più piccoli, in modo da facilitarne la realizzazione e il completamento. Oppure, può essere utile anche aiutarsi con segni visivi per instaurare delle abitudini sane e monitorare i propri progressi. Per esempio, avere un promemoria visivo di ciò che dobbiamo fare, come un calendario che tiene traccia delle attività da svolgere e dei progressi fatti, aiuta a mantenere alta la motivazione e a ridurre la procrastinazione.

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