Anfetamine
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Le anfetamine possono essere impiegate per uso medico, ma nella maggior parte dei casi vengono utilizzate come sostanze stupefacenti, per diversi motivi. Queste sostanze sono in grado di fornire sensazioni di benessere ed euforia, migliorare le prestazioni fisiche, favorire la concentrazione, ridurre l’appetito e la stanchezza e quant’altro.
Tuttavia, il consumo comporta anche numerosi effetti collaterali, come sensazioni spiacevoli, spossatezza, ansia, depressione e altri disturbi. Per natura, provocano assuefazione e tolleranza nel consumatore, che si ritroverà a farne un uso sempre maggiore, fino a sviluppare una vera e propria dipendenza. Scopriamo insieme cosa sono le anfetamine, quali sono i loro effetti nel breve e nel lungo periodo, quali sono le modalità di assunzione e quali sono le conseguenze dell’abuso.
Le anfetamine sono farmaci stimolanti, dalle proprietà anoressizzanti e psicostimolanti, utilizzati in medicina per il trattamento di determinate patologie, come la narcolessia e il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD). Tuttavia, vengono consumate illegalmente come sostanze stupefacenti. Esse si ottengono per sintesi chimica e derivano dalla feniletilamina. L’anfetamina si presenta come olio incolore volatile e non solubile in acqua. Il prodotto da strada (illecito) si può trovare sotto forma di polvere, compresse e capsule.
L’anfetamina agisce sul sistema nervoso centrale, stimolando il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nei sistemi di ricompensa, nella regolazione del piacere, del sonno e del movimento, in alcune facoltà cognitive e nella capacità di attenzione, e di noradrenalina, un altro neurotrasmettitore i cui effetti si concentrano principalmente a livello cardiovascolare. Per tale motivo, le anfetamine possono causare numerosi sintomi sia durante il consumo che a lungo termine, nonché indurre dipendenza e profonde modificazioni delle funzioni cerebrali.
Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.
La scoperta dell’anfetamina risale alla fine del 1800. In particolare, venne sintetizzata per la prima volta nel 1887 da Lazar Edeleanu, un chimico rumeno, all’Università di Berlino. La sostanza venne impiegata in ambito medico nel 1920 da Gordon Alles, per trattare asma, febbre da fieno e rinite, in sostituzione dell’efedrina, un broncodilatatore di difficile estrazione dalla pianta Ephedra. Il nuovo farmaco di origine sintetica venne, quindi, commercializzato (senza bisogno di prescrizione) sotto il nome di Benzedrine nel 1932.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la sostanza si diffuse in particolar modo tra i soldati, in quanto permetteva alle truppe di alleviare la stanchezza, ridurre la paura, aumentare le capacità di concentrazione e sopprimere i freni inibitori, rendendo il combattimento più facile.
Successivamente, le anfetamine si diffusero tra gli studenti, che le utilizzavano per aumentare la memoria e la concentrazione. Visto il concreto rischio di abuso tra la popolazione, nel 1959 la FDA (Food and Drug Administration) impose la vendita solo dietro prescrizione medica. Nel 1971, l’anfetamina venne classificata come sostanza dall’alto potenziale di abuso, in grado di causare grave dipendenza fisica o psicologica. Ad oggi, solo alcuni paesi del mondo prevedono il suo uso (strettamente regolato) come farmaco, per la cura del morbo di Parkinson, della narcolessia, dell’ADHD e dell’obesità. Tuttavia, nella maggior parte degli Stati è considerata una sostanza illegale, visti i suoi effetti dannosi.
Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.
Le anfetamine si trovano sotto varie forme e possono essere assunte in diversi modi, ossia per via orale, nasale o endovenosa (talvolta anche anale):
- Sotto forma di polvere, si sniffa o si inietta per via endovenosa;
- Sotto forma di compressa, si ingerisce o si frantuma e si sniffa o si inietta;
- Sotto forma di capsula, si ingerisce;
- Sotto forma di cristalli (conosciuti anche come “ice”), per quanto riguarda le metanfetamine, si fumano, si ingeriscono o si iniettano.
Il modo più diffuso e “sicuro” di assunzione è per via orale, in quanto per via nasale la sostanza può causare lesioni alla mucosa, mentre per via endovenosa il rischio di overdose o infezioni (come la setticemia) è più elevato.
Per quanto riguarda l’ingerimento, una dose può variare da alcune decine a diverse centinaia di milligrammi. Gli effetti dell’anfetamina, in genere, si hanno circa 30 minuti dopo l’assunzione e durano a lungo (circa 12 ore).
Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.
Sono diversi i motivi per cui una persona decide di fare uso di anfetamina. Oltre che per fini medici e terapeutici, per alleviare i sintomi di determinate patologie come la narcolessia, l’obesità, l’asma e il deficit di attenzione e iperattività (ADHD), alcuni individui possono assumerla per:
- Sentirsi particolarmente vigili;
- Migliorare le performance sportive, lavorative o scolastiche;
- Aumentare la stima e la fiducia in sé stessi;
- Ridurre la stanchezza;
- Aumentare la propria resistenza;
- Ridurre lo stimolo della fame o della sete;
- Ottenere una sensazione di benessere e buonumore.
Nella società odierna, la sostanza viene assunta illegalmente perlopiù per migliorare le proprie prestazioni sportive, in quanto permette di eliminare il senso di fatica, incrementare la propria resistenza e spingere il soggetto oltre i propri limiti. Trova un largo uso anche in ambito dietologico, in quanto riduce o annulla il senso della fame e favorisce, quindi, la perdita di peso. Inoltre, l’anfetamina, al pari di altre sostanze stupefacenti, è ampiamente utilizzata in discoteca e alle feste come droga del weekend, in quanto permette ai ragazzi di rimanere svegli per uno o due giorni consecutivi, senza sentire la stanchezza. Inutile dire che gli effetti positivi della sostanza sono temporanei, ma che le conseguenze a lungo termine persistono, causando così problemi fisici e psichici importanti, come patologie cardiache, denutrizione, assuefazione, dipendenza e quant’altro.
Disclaimer: le informazioni fornite non sono necessariamente esaustive. Si ricorda che la sostanza viene venduta sotto forma di farmaco solo dietro prescrizione medica. Inoltre, il suo uso terapeutico è strettamente limitato a casi in cui la sostanza si rivela indispensabile per la cura della patologia.
Gli effetti delle anfetamine sono molteplici e coinvolgono diversi apparati all’interno dell’organismo. A livello del sistema nervoso centrale, si registra una riduzione della fatica e un aumento delle capacità intellettive, in quanto la sostanza provoca un incremento dell’attenzione e della concentrazione. L’assunzione, quindi, porta a una forte sensazione di benessere, euforia e sottovalutazione del pericolo. L’anfetamina ha effetto anche sul sistema respiratorio e cardiocircolatorio. In particolare, provoca tachipnea (aumento della frequenza respiratoria), ipertensione (aumento della pressione sanguigna) e tachicardia (aumento della frequenza cardiaca). Infine, le anfetamine possono alterare il normale metabolismo corporeo. Infatti, sono responsabili dell’aumento della temperatura corporea (la termoregolazione naturale viene meno), dell’aumento del metabolismo basale e di un marcato effetto anoressizzante.
In linea generale, gli effetti delle anfetamine possono essere riassunti come segue:
- Sensazione di benessere ed euforia;
- Miglioramento dei riflessi;
- Lucidità estrema;
- Ipereccitabilità;
- Disinibizione;
- Senso di grande efficienza fisica;
- Diminuzione della percezione della fatica;
- Potenziamento delle prestazioni fisiche;
- Aumento della fiducia, della socialità e dell’energia;
- Insonnia e disturbi del sonno;
- Mancato senso del pericolo;
- Sensazione di potere e superiorità;
- Comportamenti stravaganti;
- Aumento delle capacità intellettive (memoria, concentrazione, attenzione ecc.);
- Diminuzione o perdita di appetito;
- Aumento della pressione arteriosa;
- Aumento della frequenza cardiaca e respiratoria;
- Incremento della temperatura corporea e del metabolismo basale;
- Variazione nei meccanismi di termoregolazione.
Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.
La sensazione di benessere, potenza, superiorità e grandezza non è la sola a presentarsi durante l’uso di anfetamine. Infatti, esistono effetti collaterali gravi e meno gravi, alcuni dei quali necessitano di assistenza medica immediata.
- Effetti collaterali meno gravi, che spesso scompaiono spontaneamente:
- Tremori;
- Nervosismo e ansia;
- Mal di testa e vertigini;
- Insonnia;
- Secchezza delle fauci;
- Diarrea;
- Impotenza;
- Abbassamento del desiderio sessuale;
- Depressione.
- Effetti collaterali gravi, che richiedono l’immediato intervento medico:
- Difficoltà respiratorie;
- Orticaria;
- Gonfiore del volto;
- Aumento della pressione sanguigna;
- Battito cardiaco irregolare;
- Annebbiamento della vista;
- Allucinazioni;
- Stato confusionale;
- Spasmi e tic involontari.
Disclaimer: gli elenchi forniti non sono necessariamente esaustivi. Per qualsiasi dubbio, rivolgersi al proprio medico.
L’abuso di anfetamine può portare ad importanti conseguenze, sia nel breve che nel lungo periodo. Per esempio, quando l’effetto della sostanza svanisce, il soggetto può sperimentare spossatezza, irritabilità, ansia, mal di testa ricorrente, irrequietezza, tremori e depressione. Inoltre, possono insorgere anche problemi comportamentali, quali confusione, paranoia, impulsività e violenza. L’uso prolungato e cronico può causare una forte diminuzione di peso, psicosi e manie di persecuzione, nonché deficit nella memoria e difficoltà nel prendere decisioni e nel ragionamento verbale.
- Conseguenze a breve termine:
- Irritabilità;
- Irrequietezza;
- Letargia;
- Ansia e depressione;
- Disturbi cardiocircolatori;
- Agitazione;
- Confusione mentale;
- Paranoia;
- Comportamenti impulsivi e violenti.
- Conseguenze a lungo termine:
- Cambiamenti neurochimici e neuroanatomici nel cervello;
- Deficit della memoria;
- Difficoltà nel prendere decisioni e nel ragionamento verbale;
- Sintomi simili a quelli della schizofrenia paranoide;
- Rischio di contrarre infezioni virali (come l’HIV e l’epatite), se si assume la sostanza per via endovenosa;
- Senso distorto della realtà;
- Psicosi;
- Deliri;
- Allucinazioni visive e uditive;
- Esaurimento fisico;
- Denutrizione estrema;
- Tolleranza, assuefazione e dipendenza.
Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.
Coloro che fanno uso di anfetamine potrebbero sperimentare diversi sintomi di intossicazione, che può essere di vario tipo: lieve, media o grave.
- Sintomi di intossicazione lieve:
- Irrequietezza;
- Nausea;
- Sudorazione;
- Tremori;
- Insonnia;
- Vomito;
- Loquacità;
- Bruxismo (digrignamento dei denti);
- Diarrea;
- Mal di testa;
- Secchezza delle fauci;
- Dilatazione della pupilla (midriasi);
- Analgesia (condizione in cui non si prova dolore).
- Sintomi di intossicazione media:
- Sudorazione o brividi;
- Stato confusionale;
- Allucinazioni;
- Ipertensione (pressione alta);
- Aritmia (ritmo cardiaco irregolare);
- Tachipnea (aumento della frequenza respiratoria);
- Ipertermia (aumento della temperatura corporea);
- Delirio.
- Sintomi di intossicazione grave:
- Crisi epilettiche;
- Agitazione psicomotoria;
- Confusione;
- Debolezza muscolare;
- Depressione respiratoria;
- Dolore toracico;
- Difficoltà a controllare i movimenti muscolari (discinesia);
- Contrazioni involontarie dei muscoli (distonia);
- Ipertermia;
- Cachessia (sindrome da deperimento);
- Collasso;
- Coma.
Disclaimer: gli elenchi proposti non sono necessariamente esaustivi.
Le anfetamine sono sostanze che provocano dipendenza, in quanto alterano i sistemi di regolazione del piacere e della ricompensa nel cervello. Quando l’effetto dell’anfetamina svanisce, il soggetto sperimenta un crollo fisico e psicologico. Per evitare di incorrere in tali stati, l’individuo è spinto ad assumere un’altra dose di sostanza, dando il via ad un circolo vizioso pericoloso. Col tempo, il consumatore svilupperà una certa assuefazione e tolleranza verso l’anfetamina, cosa che lo spingerà ad incrementare la dose sempre di più, fino all’instaurazione della vera e propria dipendenza. A questo punto, il soggetto non potrà più fare a meno della sostanza, in quanto l’interruzione comporterebbe i sintomi tipici della sindrome di astinenza. Per tale motivo, l’individuo dipendente metterà in atto una serie di comportamenti volti alla ricerca costante della stessa.
L’overdose da anfetamina si verifica in caso di sovradosaggio. Si tratta di una condizione potenzialmente letale per il soggetto, nel caso in cui non ricevesse assistenza medica immediata. Alte dosi di anfetamina possono causare:
- Un aumento della temperatura corporea a livelli pericolosi;
- Estrema agitazione;
- Preoccupante innalzamento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca;
- Comportamenti paranoici, violenti e incontrollabili;
- Delirio;
- Attacchi di cuore (infarto) e ictus;
- Rottura di un vaso sanguigno nel cervello, a causa della pressione troppo alta;
- Capogiri;
- Nausea e vomito;
- Diarrea;
- Convulsioni.
L’overdose da anfetamina è potenzialmente fatale, per cui necessita di cure immediate. Il trattamento consiste nella somministrazione di sedativi, di farmaci antipertensivi e, se necessaria, di terapia di raffreddamento.
Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.
FAQs
Cosa succede se si fa uso di anfetamine in gravidanza?
L’uso di anfetamine è altamente sconsigliato in gravidanza, in quanto può causare parto prematuro, peso, lunghezza e circonferenza cranica del neonato molto inferiori rispetto alla norma, frequenti anomalie congenite e quant’altro. Inoltre, il bambino potrebbe mostrare sintomi di astinenza già alla nascita, come disforia, agitazione e debolezza. Il consumo è sconsigliato anche durante l’allattamento, in quanto la sostanza potrebbe danneggiare il neonato attraverso il latte materno.
Quali sono le controindicazioni delle anfetamine?
In generale, la sostanza illegale non andrebbe mai assunta, viste le pericolose conseguenze che essa determina. Anche per quanto riguarda il farmaco, l’utilizzo è strettamente controllato e fortemente ristretto al trattamento di determinate patologie. Tuttavia, esistono dei casi in cui anche l’uso terapeutico va evitato, ossia in persone che soffrono di:
Malattie cardiache;
Ipertensione;
Arteriosclerosi;
Ipertiroidismo;
Glaucoma;
Disturbi d’ansia;
Sindrome di Tourette;
Epilessia;
Diabete;
Dipendenza da alcol o sostanze stupefacenti.
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