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L’anginofobia è la paura irrazionale di deglutire per timore di soffocare. Essa può essere causata da esperienze passate traumatiche, disturbi mentali, periodi di stress intenso e quant’altro. Chi soffre di anginofobia può presentare diversi sintomi, sia fisici, che psicologici, che comportamentali. Siccome questo disturbo può riflettersi negativamente sul normale funzionamento dell’individuo, è indispensabile intervenire quanto prima, rivolgendosi a specialisti di salute mentale. In questo articolo, scopriremo cos’è l’anginofobia, come si manifesta, quali sono le cause e le conseguenze, nonché i possibili trattamenti.

Come si chiama la paura di deglutire? Anginofobia. Si tratta di un disturbo fobico che indica la paura di deglutire per il rischio di soffocamento. Questa condizione non è da confondere con la reale difficoltà a deglutire e ingerire alimenti, causata da patologie di origine fisica, come i disturbi degenerativi, alcuni tumori e quant’altro. L’anginofobia è una paura immotivata e irrazionale, che causa pensieri intrusivi che possono tradursi in compulsioni e strategie di evitamento e di controllo.

Infatti, chi soffre di questo disturbo non rischia davvero di soffocare, ma percepisce tale pericolo come reale, con forte angoscia, stress, ansia e disagio. Per tale motivo, ha paura non solo di ingerire cibo, ma anche liquidi, farmaci e, nei casi più gravi, la sua stessa saliva. Infatti, l’anginofobia non si presenta solo con l’avvicinamento del momento dei pasti, ma è un timore sempre presente nella quotidianità del soggetto, cosa che ne compromette la qualità di vita in diversi ambiti.

I sintomi dell’anginofobia possono essere molteplici e si registrano sia a livello fisico, che psicologico, che comportamentale. Possono variare da persona a persona e risultano spesso automatici e incontrollabili. Tra questi, vi sono:

  • Sintomi fisici (causati dallo stato di tensione e ansia):
    • Sudorazione eccessiva;
    • Tachicardia;
    • Tensione muscolare;
    • Difficoltà respiratorie;
    • Sensazione di soffocamento;
    • Vampate di calore;
    • Sensazione di svenimento;
    • Brividi.
  • Sintomi psicologici:
    • Paura di deglutire;
    • Timore di soffocare deglutendo cibo o liquidi;
    • Ansia e tensione a tavola;
    • Ansia anticipatoria, quando si avvicina il momento dei pasti;
    • Timore di bere o di deglutire pastiglie;
    • Paura di mangiare da soli e desiderio che ci sia sempre qualcuno al proprio fianco, cosicché in caso di soffocamento possa intervenire;
    • Pensieri intrusivi ricorrenti, relativi alla deglutizione, al cibo o alla sostanza da ingerire;
    • Attacchi di panico.
  • Sintomi comportamentali:
    • Rifiuto di deglutire pastiglie;
    • Rifiuto di consumare cibi solidi e crudi, ma assumere solo cibi liquidi o molli;
    • Frammentare il cibo prima di introdurlo in bocca;
    • Frullare gli alimenti;
    • Consumare omogeneizzati;
    • Masticazione eccessiva;
    • Mangiare solo in presenza di un’altra persona;
    • Valutare il cibo (prima di mangiarlo) in base alla consistenza, al sapore, alla quantità e al colore;
    • Eliminazione degli alimenti considerati pericolosi, come il pane, la pasta, la carne, le verdure filamentose e i lievitati;
    • Comportamenti ossessivi-compulsivi per ridurre la paura;
    • Eccessivo controllo.

Il soggetto affetto da anginofobia, nel tentativo di gestire la propria paura, potrebbe attuare strategie disfunzionali, come l’evitamento e il controllo. In particolare, potrebbe evitare tutte quelle situazioni che coinvolgono lo stimolo temuto. Per esempio, potrebbe mangiare di meno e alimentarsi il minimo indispensabile o evitare determinati cibi in base alla consistenza. Inoltre, può attuare strategie di controllo, come sminuzzare o frullare il cibo, masticare per diversi minuti o bere molta acqua mentre mangia. Queste strategie, purtroppo, a lungo andare, sono destinate a trasformarsi in vere e proprie compulsioni, che sfociano nel quadro clinico del disturbo ossessivo-compulsivo.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

Le cause dell’anginofobia non sono ancora del tutto chiare. Gli esperti pensano che la condizione possa essere dovuta a una moltitudine di fattori, tra cui:

  • Esperienza traumatica: una delle cause è riconducibile al passato o all’infanzia del soggetto. Per esempio, se vi si sono presentate delle situazioni in cui l’individuo ha percepito come pericoloso l’atto della deglutizione, a causa del rischio di soffocamento, allora è probabile che sviluppi l’anginofobia. Questo non riguarda solo le esperienze vissute in prima persona. Infatti, la condizione può manifestarsi anche nel caso in cui il soggetto abbia assistito al soffocamento di un’altra persona, in seguito all’ingestione di cibo. In questo modo, ha instaurato un’associazione negativa tra l’ansia e i comportamenti di deglutizione.
  • Fattori ambientali: una persona può sviluppare l’anginofobia, per esempio, se ha vissuto in una famiglia in cui la condizione era presente. Per esempio, può aver assimilato tale comportamento e timore da uno dei genitori o da un altro familiare.
  • Periodo di forte stress: gli stati di tensione e ansia, causati dallo stress psicoemotivo, possono provocare un irrigidimento dei muscoli della gola, dando la sensazione di avere un “nodo in gola”. Questo può rendere difficile la deglutizione e, di conseguenza, può alimentare ulteriormente la paura di deglutire.
  • Cause patologiche: l’anginofobia può manifestarsi anche in seguito a patologie che compromettono la funzionalità orofaringea. Tra queste, vi sono:
    • Disturbi neurologici degenerativi, come la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), la sclerosi sistemica e il morbo di Parkinson;
    • Malattie sistemiche autoimmuni;
    • Malattie oncologiche del tratto digerente;
    • Malattie respiratorie, come l’asma;
    • Procedure mediche, come la tracheotomia.
  • Presenza di altri disturbi mentali: la paura di deglutire si può presentare anche in correlazione ad altre condizioni, come gli stadi depressivi, il disturbo da stress post traumatico e il disturbo ossessivo-compulsivo. Anche i tratti di personalità del soggetto, come insicurezza, bassa autostima, senso di impotenza, scarsa indipendenza affettiva e sociale, possono avere un ruolo nell’insorgenza dell’anginofobia.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.

L’anginofobia è una condizione abbastanza comune nei bambini. Essa può insorgere a seguito dell’esperienza diretta del bambino, che ha rischiato di soffocare, a causa di un boccone andato di traverso, e che ha implicato una manovra di disostruzione. Oppure, anche nel caso in cui il piccolo abbia assistito al possibile soffocamento di un’altra persona. Talvolta, può essere stata innescata anche da una scena di un film o di un cartone animato.

Si tratta di una situazione abbastanza complessa che genera timore nel bambino, accompagnato da sintomi di tipo post-traumatico, come ansia eccessiva, preoccupazione, incubi notturni e, nei casi peggiori, attacchi di panico. Al contempo, causa grande preoccupazione anche nei genitori, che non riescono a gestire la situazione e che temono per la salute e il corretto sviluppo del figlio. Infatti, il bambino con anginofobia tende ad evitare alcuni cibi, preferendo alimenti morbidi o liquidi. Questo può spingere i genitori ad assecondare le sue richieste, ma tale comportamento non fa altro che rinforzare la paura di deglutire del bambino.

Talvolta, i genitori possono reagire negativamente di fronte a questa paura, forzando il bambino a mangiare, sgridandolo o banalizzando i suoi timori. È bene ricordare che non si tratta di un capriccio, ma di una vera e propria fobia, che causa ansia, terrore e angoscia nel bambino. Per tale motivo, è indispensabile mantenere la calma e farlo sentire capito, senza costringerlo a mangiare e senza minimizzare la sua paura. Per sapere come comportarsi e come contrastare tali timori, si consiglia di rivolgersi a uno psicologo.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

Le conseguenze dell’anginofobia sono molteplici. Tale condizione si riflette negativamente su diverse aree di vita del soggetto, compromettendola a livello fisico, psicologico, relazionale e sociale. In particolare:

  • Conseguenze fisiche: le diete restrittive che i soggetti con anginofobia adottano, nel tentativo di evitare determinati alimenti, possono condurre ad importanti carenze nutrizionali, disidratazione, malnutrizione e calo ponderale.
  • Conseguenze psicologiche: i pensieri ricorrenti relativi al possibile soffocamento possono consolidare false credenze del tutto irrazionali e, conseguentemente, possono innescare comportamenti di controllo ed evitamento. Inoltre, il soggetto può sperimentare un sentimento di chiusura e solitudine, causato dalla vergogna di rivelare la propria condizione alle persone care o dal timore di essere giudicato dagli altri. Infine, come abbiamo già detto, l’anginofobia può sfociare in altri disturbi di natura psichiatrica, come la depressione o il disturbo ossessivo-compulsivo.
  • Conseguenze relazionali e sociali: le condotte di evitamento possono condurre all’isolamento sociale. Infatti, il soggetto spesso decide di declinare gli inviti a cena o a pranzo. Anche l’equilibrio familiare ne risente notevolmente, in quanto i momenti conviviali e di condivisione a tavola vengono meno. Il soggetto, infatti, si concentra esclusivamente sul cibo e sulla deglutizione, senza lasciare spazio alle conversazioni.

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L’anginofobia è considerata una fobia specifica, che deve soddisfare i seguenti criteri per essere diagnosticata:

  • Eccessivo timore di deglutire per paura di soffocare;
  • L’oggetto fobico causa quasi sempre paura o ansia immediata;
  • L’oggetto o la situazione temuta viene attivamente evitata o sopportata con paura o ansia intensa;
  • L’ansia e la paura sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione temuta;
  • I sintomi durano 6 mesi o più;
  • L’ansia, la paura e l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o altro;
  • La condizione non è meglio spiegata dai sintomi di un altro disturbo mentale o fisico.

La diagnosi di anginofobia deve essere effettuata da medici specializzati, come psicologi o psichiatri. Per escludere patologie di origine organica, gli esperti possono sottoporre il paziente alla diagnosi differenziale.

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La psicoterapia è indubbiamente il trattamento di elezione in caso di anginofobia. Tra gli approcci più efficaci, vi sono:

  • Terapia cognitivo-comportamentale: è volta ad identificare gli schemi di pensiero e di comportamento disfunzionali, che hanno condotto allo sviluppo del disturbo, per poi trasformarli in altri più sani e adattivi.
  • Terapia breve strategica: anziché analizzare le cause più profonde del disturbo, questo approccio agisce sul presente, andando a lavorare su quell’insieme di comportamenti disfunzionali che vengono messi in atto dal paziente per cercare di gestire l’ansia.
  • Esposizione graduale: il paziente viene esposto gradualmente allo stimolo temuto, in ambiente sicuro e controllato, per privarlo della sua carica ansiogena. In genere, si inizia dagli stimoli che causano meno ansia, per poi procedere verso quelli che generano maggiore disagio.
  • Desensibilizzazione sistematica: il paziente impara ad affrontare (prima a livello immaginario e poi reale) lo stimolo fobico, per ridurre l’intensità e la frequenza dei sintomi.

Nei casi più gravi, gli esperti possono decidere di affiancare la psicoterapia alla terapia farmacologica. Quando l’ansia e la paura diventano paralizzanti e impediscono al soggetto di condurre una vita normale, possono prescrivergli degli ansiolitici. Questi farmaci aiutano a ridurre lo stato di allarme costante, alleviando gli stati ansiosi.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi necessariamente esaustive.

La soluzione migliore per guarire dall’anginofobia, come abbiamo già detto, è quella di rivolgersi a uno specialista. Tuttavia, oltre a ciò, è possibile attuare degli accorgimenti per gestirne i sintomi nella vita di tutti i giorni. Tra questi, vi sono:

  • Praticare le tecniche di rilassamento: considerando che la paura di deglutire è strettamente correlata all’ansia, imparare a ridurre lo stress e le tensioni può essere di grande aiuto. Per esempio, la meditazione, la mindfulness, la respirazione profonda, lo yoga e quant’altro, aiutano a controllare i pensieri intrusivi, concentrarsi sul momento presente e regolare le emozioni.
  • Fare attività fisica: anche lo sport aiuta a ridurre i livelli di stress. Non solo, favorisce anche il rilascio di endorfine, che migliorano il tono dell’umore. Inoltre, permette di migliorare la qualità del sonno, cosa che aiuta a contrastare gli stati ansiosi.
  • Cercare supporto: nonostante l’isolamento sociale sia una delle tante conseguenze dell’anginofobia, è importante coltivare le relazioni con gli altri e circondarsi di persone fidate che ci ascoltino senza giudicarci. Questo può aiutare il soggetto anginofobico a non sentirsi solo.
  • Tenere un diario: un’altra strategia utile potrebbe essere quella di appuntare su un diario le sensazioni, i sintomi, le emozioni e i timori legati all’anginofobia. Questo permette di monitorare la condizione e rappresenta un valido strumento nel momento in cui si decide di rivolgersi a uno psicologo.

Disclaimer: l’elenco fornito è solo a titolo informativo. Per tale motivo, non è da intendersi in alcun modo come sostitutivo del parere medico.

Il modo migliore per aiutare chi soffre di anginofobia è indirizzarlo verso un professionista. Fatto ciò, è possibile adottare alcuni comportamenti per migliorare la sua qualità di vita, evitando così di aggravare il disturbo:

  • A tavola, evitare di guardare nel piatto della persona anginofobica e di parlare spesso della sua condizione, ma lasciare che sia lui/lei ad aprirsi liberamente.
  • Mantenere un atteggiamento calmo, mostrarsi disponibili all’ascolto e alla comprensione, senza assumere comportamenti giudicanti.
  • Cercare di avere pazienza, in quanto la risoluzione del disturbo può richiedere diverso tempo e, spesso, è caratterizzata da importanti sbalzi d’umore.
  • Non forzare e non costringere il soggetto a mangiare o a fare ciò che non voglia.
  • Cercare di organizzare attività che possano distrarre l’anginofobico dalla propria fobia.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive e non sostituiscono il parere medico.

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