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La fibromialgia è una patologia sistemica, che ha origine nel sistema nervoso centrale. Non si tratta di una malattia infiammatoria né autoimmune, anche se condivide con queste alcune caratteristiche. Bensì, riguarda un’alterazione dell’attività neurologica. Infatti, i soggetti che soffrono di fibromialgia presentano un’eccessiva attività dei neurotrasmettitori del dolore. Quindi, provano dolore fisico anche in assenza dello stimolo doloroso o in presenza di uno stimolo doloroso lieve.
Le cause della fibromialgia non sono ancora del tutto chiare, ma si pensa possa essere dovuta a una combinazione di più fattori. Si tratta di una patologia molto complessa, che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico e il tessuto connettivo: in particolare, i muscoli, i tendini e i nervi. La sintomatologia della fibromialgia è molto varia e comprende numerosi sintomi diversi, motivo per cui la diagnosi risulta molto difficile. Infatti, solitamente, viene eseguita per esclusione, scartando le possibili patologie riconducibili ai sintomi che il paziente presenta. Continua a leggere per scoprire nel dettaglio cos’è la fibromialgia, quali sono i sintomi principali e quali possono essere le condizioni associate.
La fibromialgia o sindrome fibromialgica è una malattia reumatica che interessa l’apparato muscolo-scheletrico. Il termine ha origine greco-latina: “algos” (dolore), “myo” (muscolo) e “fibro” (tessuto fibroso). Quindi, l’etimologia stessa richiama la natura della patologia, in quanto indica un tipo di dolore specifico che colpisce i muscoli e i tessuti fibrosi, come tendini e legamenti. La fibromialgia è caratterizzata da dolore cronico e diffuso, aumento della tensione muscolare, rigidità, astenia (ossia affaticamento cronico e stanchezza debilitante), disturbi del sonno e dell’umore. Alcuni pazienti possono presentare anche disturbi psichiatrici, come l’ansia e la depressione, o disturbi correlati allo stress, come il disturbo post-traumatico da stress.
Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.
Le cause specifiche della fibromialgia non sono ancora del tutto note, ma gli esperti pensano si tratti di una patologia multifattoriale, ossia causata da una combinazione di diversi fattori, come quelli biochimici, genetici, neurochimici, ormonali, psicologici e quant’altro. Nonostante ciò, sono numerosi gli studi che stanno cercando di approfondire l’eziopatogenesi della malattia. In particolare, gli esperti credono che la patologia influenzi il modo in cui il cervello elabori il dolore, a volte amplificandolo e altre riducendolo. Inoltre, anche l’insorgenza della sintomatologia è variabile. Talvolta, i sintomi insorgono a seguito di un trauma fisico, interventi chirurgici, forte stress psicologico o infortuni. In altri casi, invece, la fibromialgia fa la sua comparsa gradualmente nel tempo, senza che sia coinvolto alcun evento di attivazione specifico.
Tra i fattori coinvolti nell’insorgenza della patologia, ricordiamo:
Tra i fattori di rischio, invece, troviamo:
Disclaimer: le informazioni fornite non sono da considerarsi esaustive.
In genere, la fibromialgia insorge tra i 25 e i 55 anni, con una maggiore incidenza tra le donne. Tuttavia, i sintomi iniziali, nella maggior parte dei casi, compaiono intorno ai 35 anni e riguardano dolori generalizzati anche a riposo, irritabilità e stanchezza. La sintomatologia, solitamente, tende poi ad aggravarsi tra i 45 e i 55 anni.
Nonostante la fibromialgia sia una patologia abbastanza difficile da diagnosticare, i primi segni a cui prestare attenzione includono:
Man mano che la patologia avanza, i sintomi della fibromialgia comprendono:
Disclaimer: l’elenco proposto non è necessariamente esaustivo.
Si può parlare di sintomi neurologici, o meglio pseudo-neurologici, della fibromialgia, in quanto cervello e nervi non presentano danni evidenti. Tuttavia, è proprio da alcune disfunzioni del sistema nervoso centrale che derivano questi sintomi. In particolare, le fibre del dolore vengono stimolate in continuazione, senza che vi sia necessariamente un vero e proprio danno fisico. Oppure, come vedremo più avanti, vi è un’amplificazione del dolore che viene percepito dal soggetto come eccessivo nonostante lo stimolo doloroso sia di bassa entità.
I sintomi neurologici della fibromialgia, quindi, possono includere:
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Il quadro clinico della fibromialgia e la relativa sintomatologia possono variare da persona a persona. In genere, la patologia può essere associata a diverse condizioni, quali:
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Il dolore caratteristico della fibromialgia interessa principalmente muscoli, tendini e articolazioni. Questo tipo di dolore può variare per intensità e sede, manifestandosi con due caratteristiche peculiari:
In genere, il dolore della fibromialgia viene descritto da chi ne soffre come un dolore diffuso, generalizzato e persistente, proveniente dai muscoli. Lo stimolo doloroso è perlopiù simmetrico, ossia che insorge in entrambi i lati del corpo (destro e sinistro), sia sopra che sotto la vita, e coinvolge anche il torace, il collo e la schiena. Inoltre, nonostante possa manifestarsi in tutto il corpo, può anche risultare polidistrettuale e concentrarsi soprattutto nell’area delle spalle, delle braccia, del collo e della schiena. Oltre a ciò, possono presentarsi anche alterazioni della normale sensibilità. Infine, il dolore della fibromialgia può essere correlato anche a un substrato psicologico soggettivo, per esempio quando la persona soffre di forte stress emotivo. In questi casi, il dolore viene descritto come amplificato e non necessariamente legato a una disfunzione specifica.
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Come abbiamo già accennato, la fibromialgia comporta una serie di sintomi molto diversi tra loro, motivo per cui arrivare a una diagnosi corretta spesso richiede molto tempo, talvolta anni. Il soggetto si ritrova, così, a vivere in una condizione precaria, con dolori diffusi che non si sa spiegare e che lo portano a pensare di essere pazzo o, addirittura, di inventarsi il proprio dolore. All’inizio, non viene compreso né dal medico né dai propri familiari, in quanto dal punto di vista fisico non presenta grossi danni e tutto sommato gli esami a cui si sottopone sono nella norma.
Il soggetto si ritrova, così, da solo nel proprio dolore. Spesso, viene erroneamente etichettato come ipocondriaco. A questo punto, possono insorgere anche disturbi di natura psicologica, come l’ansia e la depressione, causate appunto sia dal poco sostegno ricevuto sia dalla cronicità della patologia, nonché dall’impossibilità di trovare una soluzione al proprio male. È come se brancolasse nel buio, senza capire a pieno cosa gli stia succedendo. In questo modo, si instaura una sorta di circolo vizioso in cui il dolore induce sintomi psichiatrici e viceversa, peggiorando sensibilmente la gravità della condizione.
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Ogni persona conosce il proprio corpo e la propria soglia del dolore. Nel caso dei fibromialgici, il dolore è molto soggettivo e possono provarne in notevole quantità anche in assenza di stimoli o in presenza di stimoli dolorosi minori. In questi casi, è opportuno parlarne con il proprio medico, che a seguito di una serie di esami per escludere altre patologie può richiedere un approccio multidisciplinare coinvolgendo diversi specialisti al fine di formulare la corretta diagnosi. Tuttavia, è bene sapere che potrebbe volerci molto tempo e il paziente potrebbe essere sottoposto a una grande quantità di esami.
Oltre a quanto già detto, un peggioramento dei sintomi può essere indotto da numerosi fattori esterni, come:u003cbru003eAnsia e stress, causati da eventi di vita particolari, traumi, lutti e quant’altro;u003cbru003eStanchezza fisica e mentale;u003cbru003eFattori psicologici;u003cbru003eEccessiva attività fisica o inattività motoria;u003cbru003eMancanza di riposo;u003cbru003eCambiamenti meteorologici o della pressione atmosferica;u003cbru003eAmbienti umidi e freddi.
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