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I sintomi della schizofrenia comprendono allucinazioni, deliri, psicosi, deficit cognitivi e comportamenti disorganizzati. Esordisce, in genere, in adolescenza, anche se in rari casi colpisce bambini ed anziani. Sebbene le cause della schizofrenia non siano ancora del tutto note, si pensa possa avere un’eziopatogenesi multifattoriale. Si tratta di una malattia cronica e invalidante, che compromette sensibilmente la vita del paziente. Per tale motivo, una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo si rivelano di fondamentale importanza.

La schizofrenia è una patologia psichiatrica cronica e invalidante, i cui sintomi in genere esordiscono in adolescenza o nella prima età adulta. Nella maggior parte dei casi, la diagnosi avviene tra i 16 e i 30 anni, solitamente a seguito di un episodio psicotico. La schizofrenia è caratterizzata da psicosi (ossia perdita del contatto con la realtà), allucinazioni, deliri, linguaggio e comportamenti disorganizzati, deficit cognitivi (compromissione del ragionamento e della capacità di soluzione dei problemi), manifestazioni emotive ridotte e malfunzionamento a livello sociale e lavorativo.

Nonostante l’ultima edizione del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) consideri la schizofrenia come una singola entità clinica, alcuni esperti continuano a distinguerne 6 sottotipi:

  • Schizofrenia catatonica: caratterizzata da gravi disturbi psicomotori, come immobilità, rigidità cerosa (il soggetto ha la muscolatura così tesa da sembrare una figura di cera), incapacità di parlare e adozione di strane posture. La sintomatologia non è necessariamente presente in tutti i pazienti allo stesso modo. Inoltre, vi possono essere alterazioni della coscienza e altre alterazioni, come mutismo, stupore e sguardo fisso.
  • Schizofrenia paranoide: i sintomi tendono ad essere più di tipo psichico che motorio. Il soggetto presenta, quindi, alterazioni del linguaggio e pensieri distorti. Il disturbo è caratterizzato principalmente da deliri, in genere di natura bizzarra o persecutoria, e allucinazioni uditive. Il paziente perde il contatto con la realtà (psicosi) e risulta diffidente nei confronti degli altri, senza motivi ragionevoli.
  • Schizofrenia residua: si riferisce a pazienti che hanno sofferto di schizofrenia in passato, ma che ora presentano sintomi positivi più moderati e di bassa intensità. Tuttavia, i sintomi negativi persistono. Si tratta di una tipologia di schizofrenia complicata.
  • Schizofrenia semplice: è caratterizzata da una scarsità di sintomi positivi, ma da una maggiore presenza di sintomi negativi. Il soggetto, quindi, mostra una lenta e insidiosa riduzione di attaccamenti esterni e degli interessi, apatia, indifferenza e deterioramento mentale.
  • Schizofrenia disorganizzata o ebefrenica: è caratterizzata da disorganizzazione di pensiero, affetti superficiali, comportamento regressivo, manierismo, lamentele ipocondriache, allucinazioni transitorie e disorganizzate, imprevedibili risate. Inoltre, la persona presenta disorganizzazione anche negli stati emotivi e nelle azioni.
  • Schizofrenia indifferenziata: si tratta di un sottotipo che presenta sintomi non classificabili sotto gli altri tipi di schizofrenia.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono necessariamente esaustive.

La causa specifica della schizofrenia non è ancora del tutto chiara. Tuttavia, gli esperti pensano che possa essere scatenata da una combinazione di vari fattori, come l’ereditarietà, eventi accaduti durante la gravidanza, stress ambientale e psicologico e alterazione dei processi di sviluppo neurologico a livello dell’encefalo. Tra i fattori di rischio, è possibile menzionare:

  • Fattori genetici: la familiarità è considerata un fattore di rischio molto importante nello sviluppo della patologia. Infatti, i soggetti che hanno familiari di primo grado affetti da schizofrenia hanno maggiori probabilità di svilupparla a loro volta.
  • Fattori biologici: determinate alterazioni nella struttura cerebrale e alcune modificazioni dei neurotrasmettitori possono contribuire all’insorgenza della schizofrenia.
  • Fattori ambientali e psicosociali: i cosiddetti disturbi del neurosviluppo, conseguenti ad eventi prenatali (come infezioni materne o malnutrizione durante lo sviluppo fetale), perinatali (come complicanze durante il parto, associate a ipossia) e post-natali possono rappresentare un fattore di rischio per la schizofrenia. Inoltre, possono avere un ruolo determinante anche fattori psicosociali, come gravi incomprensioni interpersonali, problemi sul lavoro, difficoltà nei rapporti con i familiari e quant’altro.

Disclaimer: le informazioni proposte non sono da considerarsi esaustive.

I sintomi della schizofrenia sono molteplici e possono essere distinti in varie categorie:

  • Sintomi positivi: sono rappresentati da un comportamento psicotico, ossia il soggetto perde il contatto con la realtà. Questa tipologia di sintomi va e viene, a seconda che il paziente stia seguendo una cura o meno. In questa categoria sono inclusi: allucinazioni, deliri, disturbi del pensiero, manie persecutorie e disordini del movimento.
  • Sintomi negativi: sono associati a interruzioni del normale stato emotivo e del comportamento. Spesso, questi sintomi vengono scambiati per depressione o altri disturbi. Per tale motivo, risultano difficilmente identificabili all’inizio. Rientrano in questa categoria la diminuzione o la perdita delle funzioni normali e dell’affettività.
  • Sintomi cognitivi: si tratta di deficit cognitivi e anche questi sintomi sono difficilmente riconoscibili. Spesso, vengono identificati in associazione ad altri sintomi tipici della schizofrenia. In questa categoria sono inclusi: deficit della memoria, dell’elaborazione delle informazioni e della risoluzione dei problemi.
  • Sintomi disorganizzati: possono essere considerati un tipo particolare di sintomi positivi e riguardano la disorganizzazione di pensiero e di comportamento. Questa categoria comprende, quindi, disturbi del pensiero e comportamenti bizzarri.

Disclaimer: le informazioni fornite non sono necessariamente esaustive.

La schizofrenia è un disturbo cronico e i primi sintomi possono comparire durante l’adolescenza. Proprio perché compaiono in questo periodo delicato, è molto difficile riconoscerli precocemente, in quanto possono essere spesso assimilati al normale comportamento di un qualsiasi adolescente. I sintomi iniziali della schizofrenia possono includere:

  • Peggioramento della prestazione scolastica o lavorativa;
  • Difficoltà di concentrazione o di pensare chiaramente;
  • Pensieri paranoici o costante sospettosità;
  • Isolamento sociale;
  • Presenza di idee appassionate che sembrano strane agli occhi degli altri;
  • Sensazione di non provare alcun sentimento;
  • Strane sensazioni;
  • Difficoltà a distinguere la realtà da ciò che non lo è;
  • Difficoltà di comunicazione;
  • Noncuranza dell’interesse degli altri verso di sé;
  • Riduzione delle relazioni sociali;
  • Appiattimento affettivo.

Disclaimer: l’elenco proposto non è da considerarsi esaustivo.

I sintomi cosiddetti positivi, tipici della schizofrenia, includono:

  • Deliri: ossia idee e false convinzioni, causate da un’errata interpretazione delle proprie percezioni o esperienze. A fronte di prove concrete, oggettive ed evidenti, il soggetto mantiene comunque queste convinzioni. Questi deliri tendono ad essere bizzarri, poco plausibili e non derivanti da esperienze di vita comune. 

I soggetti schizofrenici possono presentare diverse tipologie di deliri:

  • Deliri persecutori: il soggetto crede di essere tormentato, seguito, spiato o imbrogliato (manie di persecuzione);
  • Deliri di riferimento: il soggetto è convinto che alcuni passaggi di libri, testi di canzoni, quotidiani o altri stimoli ambientali siano diretti a lui;
  • Deliri di furto o di innesto del pensiero: il soggetto crede che gli altri possano leggergli la mente, che i propri pensieri vengano trasmessi agli altri o che i propri pensieri o impulsi gli vengano imposti da forze esterne.
  • Altri deliri, come quelli di gelosia, nichilistici, di controllo, di ipocondria, religiosi e di grandezza.
  • Allucinazioni: ossia false percezioni sensoriali percepite solo dal paziente e da nessun altro. Le allucinazioni possono essere di tipo uditivo, visivo, olfattivo, gustativo o tattile. Nella schizofrenia, quelle uditive sono le più comuni. Infatti, i soggetti sentono voci che gli parlano, che li inducono a compiere azioni o che li mettono in guardia su un pericolo esistente, che commentano il proprio comportamento, che criticano e offendono, che conversano l’una con l’altra e così via. Altri tipi di allucinazioni includono: la visione di persone o oggetti che non esistono, sentire odori che nessun altro sente, percepire che qualcuno lo stia toccando, senza che in realtà nessuno lo tocchi.

Disclaimer: le informazioni proposte non sono necessariamente esaustive.

Tra i sintomi negativi della schizofrenia rientrano:

  • Appiattimento affettivo e ridotta espressione delle emozioni: il viso del soggetto appare immobile e presenta scarso contatto oculare, nonché mancanza di espressività. Situazioni che in genere comportano il pianto o il sorriso non scatenano alcuna reazione nell’individuo;
  • Povertà dell’eloquio: il soggetto parla poco e a monosillabi, non fornisce risposte esaustive e traspare il senso di vuoto interiore;
  • Anedonia: il soggetto mostra mancanza di interesse nelle attività che solitamente gli davano piacere e un aumento di attività senza finalità precise;
  • Asocialità: il soggetto è privo di interesse verso le relazioni umane.

I sintomi negativi sono spesso associati a una perdita di motivazione, scopi e obiettivi di vita. Inoltre, nella maggior parte dei casi, il soggetto con questa sintomatologia ha bisogno di aiuto per svolgere le attività giornaliere, anche le più semplici, come l’igiene personale.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

I deficit cognitivi causati dalla schizofrenia implicano la difficoltà a concentrarsi, a ricordare, organizzare e pianificare le cose, nonché difficoltà nella risoluzione dei problemi. Alcuni soggetti fanno fatica a concentrarsi a sufficienza per leggere e seguire il filo del discorso, per esempio. Altri non riescono ad ignorare le distrazioni o a restare concentrati su un determinato compito. Le difficoltà di concentrazione rendono, quindi, impossibile lo svolgimento di un compito che richieda una maggiore attenzione ai dettagli o il coinvolgimento in processi decisionali. Il pensiero del soggetto può risultare rigido e la capacità di comprendere il punto di vista degli altri o di imparare dall’esperienza può essere ridotta.

I deficit cognitivi comprendono la compromissione di:

  • Attenzione;
  • Velocità di elaborazione;
  • Funzioni esecutive (capacità di comprendere le informazioni e usarle per prendere decisioni);
  • Memoria di lavoro (capacità di utilizzare le informazioni subito dopo il loro apprendimento) e dichiarativa (capacità di rievocare ricordi, esperienze vissute o conoscenze fattuali);
  • Pensiero astratto;
  • Risoluzione di problemi;
  • Comprensione delle interazioni sociali.

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Come già menzionato, i sintomi disorganizzati possono essere considerati come una sottocategoria dei sintomi positivi. Questi comprendono:

  • Disturbi del pensiero: si tratta di modi di pensare del tutto inusuali e disfunzionali. Il pensiero disorganizzato si verifica quando il soggetto ha difficoltà ad organizzare i propri pensieri o a collegarli logicamente. Parla, quindi, in modo talmente confuso, da non riuscire a farsi capire dagli altri. L’eloquio può variare da una disorganizzazione lieve fino alla totale incoerenza di pensiero, con conseguente incomprensibilità da parte delle altre persone. Un altro disturbo del pensiero è il cosiddetto blocco del pensiero, che implica la brusca interruzione dell’eloquio nel bel mezzo del discorso. Spesso, il soggetto riferisce di essersi bloccato perché “sente che il pensiero gli è stato portato via dalla testa”. In altri casi, invece, l’individuo può pronunciare parole senza senso o “neologismi”.
  • Disturbi del movimento o del comportamento: si tratta di modi di muoversi anormali o comportamenti bizzarri e inappropriati. Questi disturbi possono comprendere stupidità di tipo infantile, agitazione motoria, inadeguatezza dell’aspetto, dell’igiene o della condotta. Il soggetto può muoversi con agitazione e ripetere i movimenti più volte. Nei casi estremi, l’individuo può diventare catatonico, ossia assume una postura rigida, immobile, senza interagire o rispondere agli altri o agli stimoli esterni.

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