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Gli psicologi definiscono il trauma infantile come l’esperienza, da parte di un bambino, di un evento che è emotivamente doloroso o angosciante, che spesso produce effetti mentali e fisici duraturi. Gli eventi traumatizzanti sono di solito violenti, pericolosi e minacciano la vita stessa, ma possono essere anche di minor entità. Vivere situazioni particolarmente stressanti, o anche solo osservarle, come ad esempio assistere continuamente ai genitori che litigano, può portare alla genesi di un trauma.

Le conseguenze dei traumi infantili possono essere immediatamente visibili o generare disturbi in età adulta. Caso tipico è la sindrome post-traumatica da stress (PTSD).

Per superare un trauma infantile è essenziale riconoscerlo. Per riconoscerlo, la persona lo deve ricordare e non sempre è facile, perché spesso la memoria tende ad oscurare i ricordi traumatici come meccanismo di autodifesa.

Il trauma infantile è una “ferita psicologica” causata da un evento che irrompe negativamente nella vita di una persona. Il trauma altera la normale quotidianità e la percezione della vita e del mondo. Le conseguenze di un trauma infantile possono perdurare a lungo, anche tutta la vita, se non adeguatamente considerate.

L’entità dei traumi infantili e le esperienze che li provocano sono molto variabili.

Ci sono dei traumi di grande entità che rappresentano una minaccia all’integrità fisica del bambino. Esempi sono i traumi causati dal vivere in zone dove c’è la guerra, ci sono carestie o dove la criminalità è incontrollata. Molti traumi sono dovuti ad eventi che portano alla morte -ad esempio la morte della madre, tra gli eventi maggiormente catastrofici per un bambino- o che costituiscono un pericolo per le persone care (incidenti, disastri naturali, ecc.…). Tra i traumi di grande entità troviamo poi gli abusi fisici e sessuali, che sono anche tra quelli più frequenti.

Ci sono inoltre anche alcuni eventi che, nonostante non vadano a rappresentare delle situazioni che mettono in pericolo di vita o minacciano l’integrità fisica, risultano allo stesso modo in grado di provocare dei forti danni psicologici alla persona. Questi vengono spesso definiti “piccoli traumi” e hanno effetti negativi quando vengono protratti nel tempo. Ad esempio, se capita che una volta un bambino piange a causa di un disagio e la madre non lo accudisce, ciò può non lasciare tracce. Se questo evento si ripete continuamente, se la madre “normalmente” si ritira dinanzi alle sofferenze del figlio, ciò può incidere negativamente sulla sua salute psicologica.

A parte l’entità, tutti i traumi hanno in comune la caratteristica di essere eventi a cui non si è in grado di trovare un senso. L’impatto emotivo che ne consegue è tale da mettere a rischio l’equilibrio psicologico stesso di chi lo vive.

I traumi infantili possono essere racchiusi in due categorie principali: i traumi d’abuso e quelli da trascuratezza.

Traumi d’abuso

Esistono tre categorie principali d’abuso:

l’abuso fisico, che consiste nell’utilizzare la violenza fisica, prevalentemente sotto forme di percosse;

l’abuso emotivo, che comporta l’indurre nel bambino stati d’animo negativi attraverso comportamenti quali vessazioni, insulti, minacce, frequenti rimproveri, critiche, esposizione a situazioni di violenza indiretta;

l’abuso sessuale, che è probabilmente il trauma più potente che si possa vivere. Questa categoria di abuso non include solo le pratiche sessuali effettive, che possono variare in base al grado di intrusività. È da ritenersi abuso sessuale anche l’esposizione del bambino alla visione di scene sessuali, l’invito a prendere parte ad argomenti di natura sessuale inappropriati per la sua età o per la sua capacità di comprensione, il renderlo oggetto di allusioni di tipo sessuale.

Traumi da trascuratezza

La trascuratezza può essere considerata il contrario dell’abuso. Essa si caratterizza per lo stato di dimenticanza e di abbandono in cui si è posti. Se nel caso dell’abuso la vittima è sottoposta a stimoli negativi continui, nel caso della trascuratezza si è dinanzi ad una ipo-stimolazione, che lascia in stati protratti di solitudine, di noia e di abbandono.

Possiamo avere due tipi di trascuratezza:

– la trascuratezza fisica, che ruota intorno alla incuria del corpo. Può manifestarsi mediante una scarsa cura nell’igiene personale, nell’abbigliamento, nelle prestazioni mediche, ma anche tramite disattenzione e incapacità di proteggere il bambino dai pericoli dell’ambiente circostante.

– la trascuratezza emotiva coincide con il disinteresse o con la scarsa considerazione per lo stato emotivo del bambino, per ciò che sente, per l’impatto affettivo che ciò che accade intorno può avere sui suoi sentimenti, i quali non vengono riconosciuti e su cui non si interviene apportando sollievo.

Traumi infantili più frequenti

La distinzione trai vari tipi di trauma non è quasi mai così netta e spesso da un tipo di trauma ne scaturiscono altri. L’abuso fisico o sessuale, ad esempio, si accompagna inevitabilmente anche all’abuso emotivo. In generale, esempi di traumi infantili sono rappresentati da:

  • Incidenti,
  • Bullismo o cyberbullismo,
  • Ambiente casalingo “tossico” (violenza domestica, genitori con una malattia mentale, che abusano di sostanze o sono incarcerati),
  • Morte di una persona cara,
  • Abuso sessuale, fisico o emotivo,
  • Separazione da un genitore o da chi si prende cura del bambino,
  • Stress causato dalla povertà o dal vivere in ambienti criminali,
  • Condizione medica improvvisa e/o grave,
  • Violenza in generale (a casa, a scuola o nella comunità circostante),
  • Guerra o terrorismo.

I traumi infantili sono molto comuni, ovviamente non tutti hanno lo stesso livello di gravità. Vari studi hanno infatti mostrato che circa il 75% dei bambini al di sotto dei 5 anni ha subito un trauma e un 20% dei bambini al di sotto dei 6 anni è in terapia per aver subito traumi.

Anche da adulti, i traumi infantili hanno un impatto molto forte. I traumi infatti intaccano il normale processo di costruzione dell’identità, ovvero quel processo che include la consapevolezza di noi stessi e la costruzione della nostra autostima, del comportamento e del carattere, insieme alla capacità di vivere in una maniera sana e integrata le esperienze emotive.

Le conseguenze dei traumi infantili in età adulta dipendono dal caso specifico. L’età in cui ha avuto luogo il trauma, la sua durata e il tipo, il rapporto intercorrente con la persona traumatizzante, sono tutti fattori che incidono sugli sviluppi psicopatologici futuri.

Gli eventi traumatici possono influenzare direttamente o indirettamente lo sviluppo del cervello di un bambino, causando conseguenze per tutta la vita sul piano fisico, mentale e sociale.

Impatto dei traumi infantili sulla salute fisica

Un trauma infantile può alterare il normale sviluppo fisico. Lo stress emotivo causato dal trauma può compromettere lo sviluppo del sistema immunitario e nervoso.

L’esposizione a traumi ripetuti aumenta il rischio di sviluppare in età adulta:

  • Asma;
  • Malattia cardiovascolari;
  • Diabete;
  • Ictus;
  • Malattie polmonari;
  • Malattie autoimmuni;
  • Attacchi di panico e, in generale, livelli più elevati di dolore.

Impatto dei traumi infantili sulla salute mentale

Il trauma infantile può incidere molto negativamente sulla salute mentale. Gli effetti psicologici delle esperienze traumatiche possono includere:

  • Disturbo post-traumatico da stress (post-traumatic stress disorder, PTSD)
  • Problemi di controllo della rabbia;
  • Scarsa o nulla autostima;
  • Ansia e depressione;
  • Stress emotivo e in generale alti livelli di stress;
  • Disturbi psicotici.

Una conseguenza psicologica comune nei traumi è la possibilità della dissociazione. Sembra che i traumi, soprattutto se ripetuti nel tempo, causino una disregolazione del sistema neurovegetativo – che sottende alle cosiddette funzioni vegetative, ossia involontarie- e ciò provochi l’attivazione della dissociazione come meccanismo di difesa. In questa condizione patologica, una parte di sé resta bloccata al trauma e un’altra parte cerca di vivere la quotidianità, nonostante le difficoltà. 

La dissociazione ha due conseguenze:

la mente rimuove il ricordo dell’esperienza traumatica, per poter vivere normalmente. L’esperienza, però, resta confinata nel subconscio e può emergere in maniera inaspettata;

la mente associa esperienze attuali al ricordo dell’evento traumatico, che diventano quindi minacciose ed innescano azioni difensive o di fuga.

Infine, come conseguenza psicologica, è stato osservato che la prevalenza di tentativi di suicidio è significativamente più alta negli adulti che hanno subito traumi da bambini.

Impatto sociale dei traumi infantili

Quando un bambino subisce un trauma, spesso sperimenta che non può fidarsi delle persone che avrebbero dovuto occuparsi di lui. Questa lezione fa si che quando diventa adulto, per lui sia incredibilmente difficile fidarsi degli altri.

I bambini che subiscono un trauma hanno anche la probabilità di non riuscire ad avere relazioni romantiche sane. I coniugi con una storia di abuso infantile tendono ad avere matrimoni meno soddisfacenti. Chi subisce abusi tende maggiormente a sviluppare dipendenze emotive.

Inoltre, chi subisce traumi da bambino è molto probabile che diventi un adulto violento e, secondo le statistiche, maggiormente propenso al crimine. Anche le reazioni alle situazioni di stress, come quelle sul posto di lavoro, diventano esagerate ed incontrollate e maggiore è il rischio di avere comportamenti ad alto rischio per sé e per gli altri.

Per superare un trauma infantile, l’ideale sarebbe riconoscerlo appena esso si manifesta. Di ciò dovrebbe occuparsi la famiglia, ma quando questa è assente o addirittura causa del trauma, le altre istituzioni, scolastiche e sociali in primis, dovrebbero prendersi carico del problema.

Un bambino che subisce un trauma ha dei comportamenti spesso tipici, quali:

  • Rabbia,
  • Problemi di attenzione,
  • Cambiamenti nell’appetito,
  • Sviluppo di nuove paure,
  • Aumento delle preoccupazioni per la morte o la sicurezza,
  • Irritabilità,
  • Perdita di interesse per le attività normali,
  • Problemi a dormire,
  • Tristezza,
  • Rifiuto della scuola,
  • Disturbi somatici, come mal di testa e mal di stomaco.

Quando il trauma infantile non viene trattato e risolto, le conseguenze possono riflettersi nel lungo termine, anche a livello neuro-biologico.

Oggi ci sono alcune linee guida chiare su come aiutare i bambini a guarire dai traumi, in ogni età del loro sviluppo. Le principali tecniche da adottare sono:

  1. Creare un ambiente sicuro. I bambini traumatizzati hanno bisogno di sentire di essere fisicamente ed emotivamente al sicuro. Rendere la casa il più sicura possibile o creare uno spazio sicuro per il bambino sicuramente aiuta. È importante assicurare la sicurezza anche nell’ambiente scolastico o di gioco.
  2. Avere il giusto supporto degli adulti. I bambini hanno bisogno di adulti premurosi, oltre ai loro genitori, a cui rivolgersi per avere conforto, attenzione e sostegno. Sarebbe opportuno riuscire a coinvolgere membri della famiglia (parenti, zii, cugini), un vicino, i maestri o altri, per dare al bambino la sicurezza dell’esistenza di adulti di cui possono fidarsi e da cui possono trarre conforto.
  3. Insegnare ai bambini le tecniche di auto-rilassamento. I bambini traumatizzati sperimentano costantemente una reazione di “lotta, fuga o immobilità” dalla vita, come se ogni momento fosse pericoloso. Quindi è fondamentale insegnare loro come calmarsi. Per prima cosa, bisogna aiutare il bambino a riconoscere e descrivere i suoi sentimenti. Poi, bisogna dare al bambino dei modi alternativi per affrontare questi sentimenti quando si presentano. Tecniche semplici come contare fino a dieci, respirare profondamente o parlare di sé possono dargli sollievo.
  4. Lavorare sui loro punti di forza. I bambini traumatizzati hanno bisogno di sentire che hanno di nuovo il controllo della loro vita, che possono affrontare e superare gli eventi negativi. Per raggiungere questo obiettivo, è utile lodare i loro punti di forza e i comportamenti positivi.

In età adulta, il modo migliore per superare i traumi infantili è di rivolgersi alla psicoterapia. La psicoterapia offre ottime opportunità per superare un passato traumatico e per alleviare le sofferenze dell’oggi. Si possono adottare varie strategie.

Un approccio essenziale è quello di favorire l’elaborazione psicologica del trauma. Rivolgendosi ad un esperto si cerca di trovare un senso a quanto accaduto nella vita della persona, ripercorrendo la sua storia, ampliandone la prospettiva, rintracciando nuovi significati, intervenendo sulle emozioni associate al trauma, in modo da facilitarne la rimozione.

Inoltre l’incontro stesso con lo psicoterapeuta, con le sue specifiche competenze, in un ambiente sicuro, può rappresentare un’esperienza nuova, riparativa e in grado di produrre cambiamento.

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